Salvatore Pugliese vuole il Campobasso. L’imprenditore irpino: “Disposto a un ingresso con poteri decisionali con Aliberti, oppure a creare ex novo la proprietà. Vorrei incontrare Falcione”
GIUSEPPE FORMATO
Un incontro quasi casuale in provincia di Avellino durante il ponte del 1° maggio. In un ristorante l’ex sponsor del Campobasso di Capone con la sua azienda, la Metal Legno, ed ex socio dell’attuale club, sente la pronuncia del nome della città capoluogo di regione e da lì non può che iniziare una lunga chiacchierata, che inevitabilmente si trasforma in una intervista.
Lui è Salvatore Pugliese, irpino di Frigento, che ha imparato ad apprezzare il calcio all’epoca della presidenza dei fratelli Marco (deputato dal 2008 al 2013) e Massimo alla guida dell’Avellino tra serie B e Lega Pro, e si è innamorato dei colori rossoblù del Campobasso. E nel capoluogo molisano vuol tornare a fare calcio.
“Campobasso – ha affermato Salvatore Pugliese – mi è rimasta nel cuore. E, come al sottoscritto, anche all’avvocato di Foggia, Audiello. L’esperienza di quest’anno si è chiusa troppo velocemente, ma è stato inevitabile. Eravamo entusiasti di prender parte a questo progetto, ma il nostro fervore si è affievolito all’indomani del deposito della nostra quota davanti al notaio Eliodoro Giordano. Abbiamo capito, sin da subito, che il nostro doveva essere solo un apporto di capitali, senza poteri decisionali, né sulle strategie aziendali né tecniche. Addirittura, nonostante la cospicua cifra investita, Aliberti aveva già scelto l’allenatore senza consultare nessuno. Per evitare polemiche, così, abbiamo deciso di lasciare. A dire il vero, comunque, Aliberti ci ha restituito quanto avevamo depositato, subito dopo aver manifestato la volontà di lasciare campo libero al loro modo di intendere la gestione di una società sportiva. Ci è dispiaciuto molto lasciare, perché a noi (a Pugliese e Audiello, ndr) ci piacciono sia il calcio sia la città di Campobasso, che ha enormi potenzialità”.
“I fatti – precisa Pugliese – mi hanno dato ragione, perché l’allenatore non ha terminato il campionato. Non parlo, comunque, del lato tecnico, ma di quello umano. Non esiste che un allenatore si rifiuti di avere rapporti con la dirigenza, con coloro che portano nelle casse linfa vitale. A mio avviso, ha avuto un atteggiamento troppo spocchioso. Anche il direttore sportivo Minadeo è stata una vittima di questo modo di gestire la società, non avendo avuto alcun potere decisionale”.
Salvatore Pugliese, però, vuole tornare alla carica e lancia un appello.
“Sono disposto a tornare nel Campobasso – ci confida l’imprenditore irpino, la cui azienda come riportato da ‘Repubblica’ nell’ultimo anno ha fatturato 13 milioni di euro – ma a condizioni differenti. Abbiamo già fatto sapere ad Aliberti, che da quanto sentito ha lanciato l’idea di una holding, di essere disposti a sederci nuovamente attorno a un tavolo, per riprendere il discorso interrotto lo scorso mese di settembre”.
Salvatore Pugliese lancia alcune idee sull’eventuale rientro: “Vogliamo vedere i conti, per renderci conto di come sia stata gestita la società da quando ne siamo usciti. Se le cifre sono quelle sentite, non credo ci siano troppi problemi per un risanamento. Siamo disposti a rientrare anche con Aliberti e Merola, a patto che ogni decisione, d’ora in avanti, venga condivisa. Non vogliamo, assolutamente, essere dirigenti senza potere decisionale. Vogliamo dettare, d’accordo, con chi ne farà parte le strategie aziendali”.
Una ipotesi di rilevare la società? “Potrebbe essere una soluzione. Anzi, lancio una idea. Vorrei farmi una chiacchierata con Edoardo Falcione, che ho incontrato una volta nel suo studio. Ho avuto un’ottima impressione, come persona e imprenditore. Se lui è disposto, oppure c’è qualche altro imprenditore molisano disponibile, perché capisco che il legame territoriale è importante per i tifosi, io vorrei creare ‘ex novo’ la proprietà del Campobasso. Una società con quattro investitori, due dei quali di maggioranza. Non mi sbilancio affermando che, in una simile condizione, sarei disposto a fare i sacrifici necessari per tentare, sin da subito, la carta Lega Pro”.
La strada Lega Pro si poteva percorrere anche la scorsa estate. “In quel cammino, che ci stava portando in serie C attraverso il ripescaggio, ebbi una grande soddisfazione personale. Per la Lega Pro se la mia azienda avesse garantito ‘in toto’ tutti gli adempimenti necessari per il ripescaggio, i lupi avrebbero disputato il campionato professionistico. A quel punto, però, avendo dovuto rischiare personalmente con l’azienda, avrei voluto la gestione totale della società, ovvero la maggioranza delle quote. Non potevo essere un garante di un investimento così importante senza poteri decisionali e di controllo diretto del club. Il tempo per far tornare a risplendere i colori rossoblù del Campobasso, comunque, ci sono ancora. Io ci sono. Spero che, presto, potrò essere tra i nuovi soci di maggioranza dei lupi molisani”.
Se le trattative dovessero andare male, Salvatore Pugliese sarebbe disposto anche a rilevare qualche titolo in Eccellenza? “Una ipotesi che boccio categoricamente. Campobasso merita il professionismo. Io ritornerei nel capoluogo molisano soltanto per dare una mano a questa città. Sarebbe inutile creare dualismi in città. Occorre remare tutti nella stessa direzione. Se avessimo voluto dar fastidio saremmo rimasti in questa stagione, invece, per evitare inutili polemiche abbiamo preferito lasciare”.