La Campobasso dei giovani talenti: Aaronne Colagrossi e il suo romanzo ‘Megalodon’
MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
Il romanzo d’esordio del giovane scrittore Aaronne Colagrossi, classe 1980, geologo e sub campobassano, è ‘Megalodon, il predatore perfetto’ edito Il Frangente. Una passione per il mondo marino che rende il megalodon, l’antico squalo estintosi, il protagonista di un’avventura negli abissi, ricca di suspance e colpi di scena. Una scrittura che lega sapientemente la parte più tecnica delle nozioni scientifiche a quella puramente romanzata della storia d’amore: tutto ben mescolato con l’aspetto cinematografico. Ce ne parla lo stesso scrittore che solo poco tempo fa è stato a Città del Capo per una spedizione d’immersione nell’oceano, faccia a faccia con il grande squalo bianco.
‘Megalodon’ una passione che si concretizza: come nasce il suo romanzo? Diciamo che tutto iniziò nel lontano ‘83 quando, all’età di 3 anni, vidi per la prima volta il film “Lo Squalo” diretto da Steven Spielberg. Quello che inizialmente era terrore divenne in seguito ammirazione, passione, fascino ed infine rispetto per queste magnifiche creature marine che sono gli squali, animali antichissimi ed incantevoli. Nel 2012 ho avuto l’opportunità di immergermi (in una gabbia anti-squalo) con il grande squalo bianco nelle acque del Sudafrica, a due passi da Città del Capo e forse è stata une delle cose più belle che ho fatto in vita mia. L’età degli squali risale a circa 400 milioni di anni fa, molto prima che il primo mammifero allattasse i propri piccoli, e da allora la morfologia di questi animali è cambiata relativamente poco. Solo con gli squali moderni, i neo-selachi, vediamo le forme attualmente presenti nei nostri mari. Il megalodon appartiene, appunto, agli squali moderni.
Perchè sceglie il megalodon come protagonista? Che animale è? Il Carcharocles megalodon (o Carcharodon megalodon a seconda delle linee di pensiero) per me è un po’ il simbolo della mia passione per gli squali. Come ho detto tutto nacque con un film in cui il vero protagonista era un grande squalo bianco (Carcharodon carcharias) ma poi, nei miei studi universitari di geologia e paleontologia scoprii, o meglio cominciai ad interessarmi, da un punto di vista puramente scientifico, ai fossili di megalodon. Questi denti fossili enormi mi hanno sempre affascinato, ne posseggo uno di ben 11 centimetri e ce ne sono alcuni anche di 18 centimetri. Che animale è? Una domanda interessante. Il Meg, come lo definisce affettuosamente un noto autore americano, era un animale estremamente potente e massiccio, si calcola che potesse raggiungere i 18 metri di lunghezza con un peso approssimativo di 3 tonnellate per metro, quindi circa 54 tonnellate. Di recente è stato scoperto che i megalodon cacciavano attivamente grandi mammiferi marini come le balene (molte vertebre riportavano segni di attacchi). I mari di quindici milioni di anni fa hanno assistito a questi scontri fra titani. Misteriosamente il megalodon si estinse, pare che gli ultimi esemplari vissero fino a circa quarantamila anni fa, poi scomparvero dai registri fossili.
Dove ha trovato ispirazione per la stesura del suo romanzo? La mia prima tesi di laurea era in geologia e paleontologia di un sito in Alto Molise, al confine con l’Abruzzo, in questo sito riuscii a identificare molti generi di squali fossili, tra cui il Meg, e a ricollocarli sia geocronologicamente e sia a fare una ricostruzione ambientale in base alle rocce in cui si rinvenivano i fossili. Nel 2009 avevo comunque accumulato molto materiale e dopo la pubblicazione di un breve articolo su “Quaderni di scienza e scienziati molisani” mi ritrovai con una gran mole di materiale, cominciai a fantasticare su una possibile storia, personaggi, ambientazioni ecc. Scelsi di ambientare il romanzo nel Pacifico poiché è la più grande distesa oceanica del mondo, mi ha sempre affascinato l’idea che, potenzialmente, questo grande oceano, custodisca milioni di misteri. Iniziai a scrivere e in pochi mesi avevo terminato parecchi capitoli, poi mi fu assegnato un tutore editoriale che mi indirizzò verso varie tecniche di scrittura e strutturazione dei capitoli. Un romanzo di questo genere, che si avvicina molto a un techno-thriller, come viene definito negli Stati Uniti, deve avere una struttura molto simile a quella dei romanzi di Michael Crichton o Clive Cussler, deve creare il giusto grado di “en suspens” (come dicono i francesi), in genere questo tipo di storie si svolge nell’arco di pochi giorni o poche settimane, talvolta anche poche ore.
Oltre la vicenda letteraria, quali sono gli altri temi che ha affrontato? Perchè? Nel libro ho inserito parecchi elementi di cui mi interesso. In primis ci sono molte scene di caccia tra grandi predatori marini come il calamaro gigante o il capodoglio, una balena odontoceta. Ma non solo zoologia, ci sono parecchie nozioni di geologia, la mia passione primaria, nonché il mio lavoro, elementi di vulcanologia, di paleontologia, di meteorologia, di tecnologia navale, di tecnologia sottomarina e di oceanografia. Ho volutamente inserito tutti questi elementi reali a cui ho agganciato la storia di fantasia come il sottomarino nucleare americano USS Cheyenne, realmente esistente e operante nel Pacifico. Ho trattato temi di attualità come la caccia indiscriminata alle balene da parte dei giapponesi nel Pacifico meridionale, ho dedicato un intero capitolo a questo tema. Naturalmente tutti questi argomenti sono intrecciati in una storia molto fluida e veloce, niente che possa annoiare il potenziale lettore.
Che speranze riserba per questo romanzo? Molte, la maggior parte di quelli che hanno letto il libro hanno detto di averlo “divorato” in pochi giorni. Le nozioni scientifiche sono ben connesse alla storia dei personaggi e del megalodon. Sembrerà strano ma sono riuscito a inserire anche una storia d’amore in pieno oceano Pacifico, i romantici come me ne rimarranno soddisfatti. In questi ultimi mesi sto cercando un editore straniero che accetti di pubblicare il romanzo in inglese, sto contattando varie case editrici negli USA, Inghilterra, Australia e Sudafrica. Sono comunque molto fiducioso. Il mondo dell’editoria, oltre a vivere una profonda crisi, sta vivendo anche un momento di cambiamento radicale come Internet o le versioni elettroniche dei libri. Basti pensare al fatto che negli Stati Uniti dal 2011 in poi le vendite dei libri elettronici hanno superato quelle dei libri cartacei. Infatti a tal proposito il mio romanzo è anche in versione e-book.
È un genere di nicchia oppure cerca di avvicinare anche il lettore meno appassionato? Esatto! Cerco di avvicinare chiunque. Questo è un libro per il grande pubblico appassionato di avventura, mare, azione, isole lontane, tempeste, animali selvatici e amore, un cocktail da cui tutti possono berne. Non è un libro tecnico per pochi appassionati, ho voluto rendere partecipe le persone di questa storia d’avventura sugli oceani, il lettore deve sentirsi coinvolto, un po’ come un film. Naturalmente le scene in un libro hanno il loro tempo, il loro sviluppo, mentre in un film una scena dura pochi secondi in un romanzo può durare un’intera pagina.
Ha in cantiere altri progetti/lavori? Sì, in questo periodo sto lavorando al mio nuovo libro, un romanzo storico, una storia sul mare che si sviluppa tra il 1600 e la Seconda Guerra Mondiale del Pacifico. Sto valutando anche di scrivere un seguito di “Megalodon il predatore perfetto” poiché ho già un incipit terminato del seguito che non inserii volontariamente nel primo libro. In futuro spero di poter scrivere anche un romanzo sull’epoca dei Pionieri d’America, un’altra mia grande passione.