Storie di giovani/ Nicola Gualtieri, 21 anni, uno dei pochi ‘attori con la matita’ del Molise. Ecco come nasce un cartone animato
Nicola è un giovane 21enne molisano con una grande passione per l’arte fin da piccolo, trasmessagli da sua madre. Negli anni coltiverà il disegno, la pittura fino ad arrivare al ‘Cinema di animazione’ presso l’accademia Nemo di Firenze, dove studia per diventare un ‘attore con la matita’. A tu per tu con Nicola che ci racconta come nasce un cartone animato e ci presenta il suo corto: ‘Pentolo&Pentola’
Il suo nome è Nicola Gualtieri, un giovane studente dell’accademia Nemo di Firenze. Ama la natura e la tranquillità del suo Molise ma ha con sé, nel garbo e nella gentilezza che lo distingue, una grande passione per i cartoni animati. Così Nicola racconta a noi di CBlive la sua passione per l’arte e spiega, step dopo step, tutto il lavoro di squadra che vi è dietro ogni serie cartoon. Si resta ammaliati da questo giovane ragazzo e dalla sua bravura. Sono pochissimi i giovani molisani che hanno scelto di studiare ‘Cinema d’animazione’ e così ci racconta il suo percorso.
’Cinema d’animazione’: raccontaci il tuo corso di studi … “È un corso che non rilascia una laurea perché la finalità è quella di allenare noi accademici nella pratica del disegno e dell’animazione affrontando i vari stili, come per esempio la Disney, Cartoon Network, animazione 2D e 3D, e porterà alla realizzazione di un portfolio. È un corso in cui si parla molto di cinema, di televisione, di teatro e soprattutto di intrattenimento per tutte le età”.
Quali sbocchi lavorativi ti offre? “Finito il corso di cinema d’animazione si diventa “attori con la matita”. Gli sbocchi che offre questo percorso sono molti, come sono molti i ruoli che un animatore può avere in un progetto. Si può diventare animatore 2D, animatore 3D, Layout artist, ovvero colui che studia l’ambiente in cui i personaggi dovranno muoversi, Storyboard artist che è il ruolo di regista, colui che si occupa di quanto una scena deve durare, di quali inquadrature usare, di come i personaggi sono disposti nella scena , ed infine il character designer, che fa riferimento a chi si occupa di disegnare i personaggi e dargli carattere in modo da creare “illusione di vita””.
Nicola, ci racconti come nasce nella tua vita la passione per le animazioni dei cartoni animati? “Mia mamma, mi ha trasmesso la passione del disegno fin da quando ero piccolino. Essendo molto giovane, ha sempre guardato i cartoni animati insieme a me. Crescendo, probabilmente come fanno molti, ho lasciato un po’ da parte il mondo dell’animazione e mi sono buttato molto sul mondo della pittura e della scultura che mi è servito molto come formazione artistica. Quando ho scoperto l’esistenza dell’accademia Nemo a Firenze si è riaccesa quella magia che è negli occhi dei bambini quando guardano un’animazione, sono stato attirato dalla possibilità di entrare in quel mondo e riaccendere quella magia negli occhi di tutti gli altri, grandi e piccini”.
Che tipo di lavoro c’è dietro un lavoro di cortometraggio di un cartone animato? “Dietro qualsiasi progetto d’animazione c’è una squadra di tantissime persone e c’è un processo molto lungo e pesante. Tuttavia l’ambiente lavorativo è molto particolare, in ogni studio ci si diverte molto, spesso gli animatori usano loro stessi come reference, filmandosi mentre compiono azioni o esprimono emozioni. Negli studios più importanti, se per esempio bisogna studiare dei pinguini, gli animatori partono per studiarli e disegnarli dal vivo. Nel caso della Disney ne “Il Re Leone” c’è stata una sessione di disegno con un leone vero nello studio. Qualsiasi cosà può servire all’artista per il progetto, viene studiata benissimo nei minimi dettagli”.
Quanto lavoro c’è dietro una serie di cartoni, invece? “Per le serie animate si parla di “animazione limitata”: i tempi di produzione variano in base al tipo di progetto, al tipo di stile e al tipo di animazione. È comunque un processo molto lungo calcolando che per un secondo di animazione bisogna realizzare 24 disegni (frames) rispettando tutte le regole come i 12 principi e varie leggi della fisica”.
Quali sono, invece, i tuoi lavori e come sono nati? “Essendo ancora uno studente, non ho lavori completamente miei. Mi concentro molto sugli esercizi che mi danno, per dare il massimo nelle consegne. L’accademia ti prepara molto nell’ambito lavorativo, essendoci dietro ogni progetto, un grande gruppo di persone, ti abitua anche al lavoro di squadra”.
Una disciplina artistica affascinante ma ancora poco conosciuta tanto che siete pochi molisani a fare questo tipo di studio. Di questo settore il Molise è totalmente sconosciuto? “In pochi capiscono il lavoro che c’è dietro l’animazione. In Molise, come in molte altre regioni, è abbastanza sconosciuto come settore. C’è anche da considerare che alle nuove generazioni, come noi che siamo andati a studiare fuori nel campo artistico, l’animazione non è completamente sconosciuta, ha quasi cambiato format essendo ultimamente molto seguita anche da ragazzi più grandi e non solo da bambini”.
Hai già dei prossimi lavori in mente? “Ho alcuni progetti personali che porto avanti nel tempo libero, da solo e soprattutto insieme al mio gruppo di amici. È molto difficile farsi notare e avere del pubblico: ci aiutiamo spesso tramite i social ma a volte le persone danno per scontato un progetto animato e di conseguenza veniamo anche poco apprezzati”.
Come e dove ti rivedi tra 20 anni? “Tra 20 anni mi piacerebbe vedermi in uno studio d’animazione, probabilmente non in Italia. Sono più propenso a lavorare per la tv o per le attuali piattaforme digitali in streaming e non per il cinema. L’idea di costruirmi una vita attorno al tema dei cartoni animati mi piace molto perché ho come l’illusione di rimanere bambino e di non crescere mai, di rimanere in quel mondo dove se succedono cose brutte, il bene trionferà sempre”.
A chi resta in Molise che consigli daresti? “Va bene rimanere in Molise a studiare, se però si ha la possibilità di andare fuori, potrebbe essere meglio. Per la mia esperienza personale andare a vivere e studiare in un’altra città mi ha fatto molto crescere, mi ha fatto diventare autonomo e mi ha permesso di conoscere delle nuove realtà, che difficilmente rimanendo in Molise riusciresti a capire. Ho conosciuto persone provenienti da tutta Italia e anche da tutto il mondo. Il tuo pensiero cambia, è importante confrontarsi con gli altri ragazzi, ricevere e dare consigli e maturare insieme”.
Per vedere il suo cortometraggio di animazione dal titolo ‘Pentolo&Pentola’, cliccare qui.