Disgrafia, un mondo da scoprire
Disturbi Specifici dell'Apprendimento, non patologia ma neurodiversità
Scrivere dentro le righe
Alcuni bambini hanno difficoltà a scrivere dentro le righe o nei quadretti, altri scrivono lettere troppo grandi o troppo piccole, alcuni di loro non rispettano i margini del quaderno, ed altri ancora colorano in modo non omogeneo, sono spesso lenti nello scrivere e poco organizzati nell’organizzazione del lavoro. In questi casi si parla di disgrafia: un disturbo specifico dell’apprendimento che riguarda le competenze grafiche e motorie. Ma non solo, dietro la disgrafia si cela un mondo da scoprire, quello dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). I DSA si manifestano in età evolutiva e riguardano la scrittura, la lettura, i numeri e i calcoli.
Non è patologia ma neurodiversità
E’ bene precisare che i DSA non sono espressioni patologiche, ma forme di neurodiversità. Nei bambini con questi disturbi, in alcune specifiche aree dell’apprendimento, si mette in atto un funzionamento neurologico differente, sono presenti capacità cognitive integre adeguate all’età. La legge 170/2010 riconosce quattro disturbi dell’apprendimento: dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia e tutela il diritto allo studio per chi ne presenta, prevedendo all’occorrenza misure didattiche di supporto. Si stima che un 4-5% di alunni presentano uno o più disturbi specifici dell’apprendimento.
La disgrafia
La disgrafia è il disturbo legato alla scrittura di parole e di numeri e si manifesta anche nel disegno. La difficoltà si mostra di solito nel tratto e nell’uso dello spazio e della direzione. Il bambino disgrafico ha difficoltà a copiare, ad impugnare una penna o una matita; il suo tratto varia, il movimento della sua scrittura non è fluido; i caratteri non tengono conto delle righe o dei quadretti; le lettere diventano o troppo grandi o troppo piccole e non vengono rispettate le regole di grandezza e differenza delle lettere, né i margini, né l’allineamento delle parole, procedendo lo scritto in salita o in discesa. Il testo risulta, quindi, disordinato e spesso illeggibile. Non solo. Il bambino presenta anche difficoltà nella scrittura dei numeri e soprattutto difficoltà nell’incolonnamento. Il disegno è spesso essenziale e potrebbe presentarsi inadeguato rispetto all’età: il colore, per esempio, si presenta con tratti forti e continue inversioni.
Come intervenire
Molte sono le terapie e i processi riabilitativi. Per certo, è fondamentale lavorare su specifici esercizi che permettano di acquisire un adeguato coordinamento della mano per una corretta motricità, di lavorare sull’organizzazione dello spazio, sull’equilibrio e sul coordinamento. Non solo. Altrettanto importante è lavorare contemporaneamente su esercizi di lettura e ortografia. Si possono usare, a questo scopo, degli strumenti compensativi: quaderni con bande colorate per l’organizzazione e la direzione dello scritto, oppure programmi appositi al computer. Tutti gli interventi devono essere mirati, perché, come anticipato, dietro la diagnosi di DSA c’è una specifica espressione della problematica. Non tutti i DSA, infatti, presentano le stesse caratteristiche, anche in virtù del fatto che dietro ogni bambino c’è una storia, un vissuto.
Autostima e motivazione
Molti alunni con DSA si confrontano con l’insuccesso, spesso sono demotivati e, davanti alla difficoltà o alla frustrazione che si determina in ambito scolastico, vivono un senso di impotenza e di conseguenza rispondono con un rifiuto. È importante lavorare sugli aspetti personali ed emotivi della persona disgrafica, sulla sua autonomia, sull’ autostima e sulla motivazione. L’intervento sulla persona è un intervento anche sulla famiglia. Il lavoro deve essere integrato ed è quindi è imprescindibile la collaborazione con la scuola, affinché il processo riabilitativo sia condiviso e partecipato.
Alessia De Camillis
Psicologa Psicoterapeuta