Un blitz tra Totaro e Scarabeo per il passaggio di consegne a Palazzo D’Aimmo e il PD si ribella: “Non riconosciamo il ruolo di capogruppo dell’ex assessore, operazione contraria alle regole”
Il Partito Democratico, in fase di riorganizzazione a tutti i livelli, si ‘ribella’ all’accordo tra il fuoriuscito Totaro e Scarabeo, col primo che, dopo le dimissioni da capogruppo a Palazzo D’Aimmo per il suo passaggio al nuovo movimento ‘Articolo 1 – Progressisti e Democratici’ e, dunque, al Gruppo Misto in via IV Novembre, ha ceduto il testimone all’imprenditore di Venafro, in questa legislatura già assessore alle Attività Produttive.
A Scarabeo, che aveva annunciato il suo nuovo incarico durante l’ultimo Consiglio regionale, non esitando a lanciare frecciate al governatore Frattura, è rivolto il messaggio postato sulla pagina facebook del Partito Democratico: “Il PD Molise è totalmente estraneo e fortemente contrario alla nomina di Massimiliano Scarabeo a capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, concordata fra lui e Totaro, ex PD. È incomprensibile sul piano procedurale e politico. Ristabiliamo le regole e facciamo chiarezza!”.
Il post del Partito Democratico è il segno lampante di una distanza tra la segreteria del Partito Democratico e il consigliere regionale venafrano, da tempo ormai oppositore all’interno della maggioranza di Palazzo D’Aimmo, nonostante il suo ruolo nell’esecutivo nella prima fase della legislatura, e che, nelle scorse settimane, in più di una circostanza non aveva fatto mistero della sua lontana dalle dinamiche piddine, denominando il suo “un partito morto”.
La guerra nel Partito Democratico è aperta su più fronti tra primarie per la segreteria nazionale, la bagarre degli scissionisti e le liti interne, come quella di Scarabeo e altri esponenti che, pur ancora iscritti al PD, non esitano a criticare le scelte della base.
Una grana in più, quella di Scarabeo capogruppo a Palazzo D’Aimmo, che ha in mano il gruppo consiliare, “restando in paradiso a dispetto dei santi”, in una operazione, guidata da Totaro, che dopo la nota del Partito Democratico, è sembrata essere un vero e proprio dispetto all’atto del suo addio al partito. Un’eredità dura da digerire per gli altri consiglieri regionali del Partito Democratico.