Taglio dei posti letto, malati terminali sulle barelle del Pronto Soccorso, stop ai servizi domiciliari, ma non tutto è perduto: arrivano 1.350 euro per i malati di Alzheimer
MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
Perduta-mente in Molise non è solo un avverbio ma uno stato in cui, secondo i dati attuali, vivono ben 700 persone che hanno rimosso la loro storia e hanno perso la lucidità. Un trend in crescita per la regione, considerata la massiccia presenza di anziani nella popolazione totale che necessita di assistenza 24 ore su 24.
Ma si sa che quando si parla di ‘tagliare per risparmiare’ ad essere penalizzati sono proprio i cittadini. Per quanto riguarda la situazione sanitaria in Molise, evidentemente in default, è proprio il vice presidente di Giunta, Michele Petraroia a sottolineare non solo i disservizi ma come, spesso, la dignità dei malati venga calpestata. Le denunce arrivano da molte associazioni e dal Tribunale del Diritto del Malato che, con sempre più frequenza, si trovano a fronteggiare situazioni di umiliazione con pazienti oncologici terminali costretti in barelle per ore, e talune volte anche per giorni interi, ad aspettare ‘parcheggiati’ nei corridoi del Pronto Soccorso un posto letto. Lo stesso accade per malattie psichiatriche come il morbo di Alzheimer: il rischio nel taglio di questi servizi, però, non è sempre sinonimo di risparmio, ma anzi può comportare maggiori spese perché la patologia si acutizza e il paziente necessita di un ricovero ed alti costi di assistenza.
E sono stati proprio i malati di Alzheimer ad essere vittime della legge numero 222 del 29 novembre 2007 che, per rientrare con i problemi economici–finanziari, ha disposto l’annullamento dei servizi definiti Extra Lea, Livelli Essenziali di Assistenza, come per esempio gli aiuti a domicilio ad anziani con problemi motori e mentali per quelle regioni sottoposte al commissariamento sanitario. Inoltre, di questo tipo di assistenza si fa carico anche la famiglia che ne fa richiesta attraverso una divisione delle spese al 50 per cento. Una vera ingiustizia decretata anche dalla sentenza del Tar del Piemonte che, non solo imputa la spesa di assistenza socio-sanitaria in modo totale al Servizio Sanitario, ma stabilisce l’assistenza a casa agli anziani come diritto fondamentale.
Un piccolo successo arriva, però, anche in Molise perché sono stati sbloccati i fondi in materia di assistenza e la Giunta ha approvato, per il prossimo Piano Triennale 2015-2017, ben 1.350 mila euro da destinare ai malati di Alzheimer.
Non solo, ma sarà offerto dall’Asrem il servizio socio sanitario a domicilio. Un bel passo in avanti se si considera che nei 136 comuni molisani, con le sue sette aree territoriali, si è dovuto dividere solo 2,1 milioni di euro annui con tanto di disservizi per i molisani.