Politici molisani: sveglia, la ricreazione è finita (di Massimo Dalla Torre)
MASSIMO DALLA TORRE
Sono giorni che mi capita di leggere le recriminazioni, anzi le esternazioni, di molti politici regionali su quello che è lo tsunami che sta per cancellare l’identità Molise, qualora esista ancora un’identità. Sdegno e prese di posizione verso le affermazioni di chi governa questa barca, senza nocchiero, chiamata Italia. Strali e interventi contro la volontà di azzerare il Molise e di conseguenza cancellarlo dalla mappa geopolitica . Una situazione che ogni giorno di più si aggrava, tant’è che ha assunto i connotati di una vera e propria crociata che, se non fermata, porterà fra poco all’annientamento totale di una comunità, di una realtà che bene o male è viva e vegeta. Molise Cenerentola d’Italia.
Molise regione che non dovrebbe esistere perché numericamente non è paragonabile neanche a un quartiere dell’Urbe o di altra città metropolitana come Milano o Napoli, tanto per citare alcune città chiave dell’ Italia che purtroppo produce solo guasti. Una regione che, invece, merita rispetto e considerazione, perché capace di dare un contributo fattivo alla Nazione che, ripeto è allo sbando, dove si preferisce farsi immortalare mentre si fa una doccia gelata o mentre si degusta un gelato come se le priorità fossero queste. Cose di una stupidità e un’assurdità inconcepibile che fa pensare seriamente che forse è meglio trasferirsi all’estero, anche se in altri Paesi le cose non sono migliori. Cose che, specialmente in queste ore, fanno da pendant con i proclami su quello che è il piano dei prossimi anni. Progetti imperniati sulla vacuità d’idee che non servono a nulla “se non a mettere a cuore sulla brace altra carne che rischia, anzi è una certezza, di andare bruciata” e di conseguenza immangiabile; ecco perché condivido in parte del prese di posizione e la levatura di scudi di chi molto probabilmente si è accorto, con molto ritardo, che abbiamo “ il valore del due di coppe”, ossia nulla. Un valore che, proprio perché tale ha indotto, leggasi ministro della giustizia Orlando, per giunta neanche laureato in materia specifica, a dire che la Corte d’Appello a Campobasso non serve. Un valore che solo ora viene fuori con tutta la sua virulenza e dannosità, nonostante sono anni che si invita a dare contezza all’operato che, per quanto riguarda i palazzi del potere, non porta a nessun operato, anzi uno: cancellazione, e di conseguenza smembramento di quello che si è cercato di costruire con un duro lavoro quasi certosino.
Cancellazione e smembramento che, se dovesse attuarsi, sarebbe, una vera e propria catarsi per la collettività regionale. Una realtà che ancora una volta paga a carissimo prezzo la cecità di chi una volta eletto cerca solo ed esclusivamente di pensare ai fatti propri e non quelli dei molisani. Non è un ulteriore atto di accusa ma un “rimbrotto” che mi sento di fare, all’indirizzo di quelli che oggi gridano allo scandalo. Un rimbrotto che sicuramente molti vorrebbero indirizzare ai Palazzi del potere, ma non possono perché o non ne hanno la capacità e la forza o perché sono legati a doppio filo a chi ci ha condotto alla débacle. Un rimbrotto necessario e quanto mai urgente e necessario affinché si possa rinviare al mittente la volontà di annientarci perché ci considera inutili. Inutili, parola che pesa come un macigno. Inutili che, assume i connotati di una sentenza scritta da tempo ma mai applicata visto che in questi anni ci sono stati troppi avvicendamenti governativi che hanno rimandato la “soluzione finale”. Una soluzione che, nella fattispecie mi sento di rigettare, soprattutto perché non meritiamo assolutamente un trattamento simile. Una soluzione che solo ora ha svegliato chi in passato ha inneggiato a chi neanche sapeva e sa dell’esistenza del Molise: non serva sciocca e tanto meno corridoio di passaggio per raggiungere altri luoghi meno propositivi, ma punto nevralgico di un sistema che, se le cose non cambiano velocemente, rischia di crollare su se stesso come un castello di carte che porta impressi non fanti o re ma scartine e questo i Molisani non lo meritano assolutamente.