Centrodestra molisano in fibrillazione. Dopo l’eurodeputato Aldo Patriciello, anche il consigliere comunale di Campobasso, Alessandro Pascale, ha scritto all’ex premier Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia. La lettera dell’amministratore comunale di Campobasso è stata indirizzata anche ai senatori Paolo Romani e Niccolò Ghedini, all’onorevole Renato Brunetta, agli eurodeputati Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo, e Aldo Patriciello, alla coordinatrice regionale azzurra, Annaelsa Tartaglione.
Pascale, che già aveva avanzato la sua idea su CBlive, chiede, spiegandone i motivi, la candidatura nel collegio uninominale alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica nella circoscrizione di Campobasso.
“Sono l’unico che coerentemente e limpidamente – ha scritto Pascale – sono ancora al suo posto all’opposizione delle sinistre. Sono rimasto all’interno del partito anche quando, cambiato il vento del favore popolare, sono scappati tutti dal partito per essere eletti nella maggioranza delle sinistre al Comune di Campobasso. Non ho lasciato gli azzurri nemmeno successivamente, come ha fatto sostanzialmente qualcun altro durante la legislatura, in cambio di promesse per sé o di strapuntini per i propri congiunti. Per questo credo di meritare rispetto da parte dell’attuale classe dirigente di Forza Italia, nazionale e locale. Ormai da ben oltre quindici anni lavoro e porto voti a Forza Italia e, prima, al PDL. Non sono fuggito mentre gli altri, nel momento di buio, hanno cercato altre strade, tradendo anche Lei, egregio Presidente, che aveva dato loro piena fiducia. Io, invece, sono rimasto al mio posto, continuando a lavorare per Forza Italia”.
Pascale, negli anni, è stato assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Campobasso, consigliere comunale di Palazzo San Giorgio, rappresentante della provincia di Campobasso al Nucleo Industriale di Termoli, membro nel Consiglio d’Amministrazione dell’Ente Fiera della Cittadella dell’Economia e nel CdA del Convitto Nazionale ‘Mario Pagano’.
“Un curriculum politico – sottolinea Pascale – ricco di esperienze formative e in prima linea, rispetto a chi si affaccia oggi nell’agone politico”.
L’amministratore comunale di Campobasso si rivolge ai vertici nazionali e locali azzurri “per rappresentare che, dopo ben oltre quindici anni di impegno costante e coerente di dedizione piena in politica e nelle istituzioni a favore del nostro partito, posso tracciare un bilancio più che positivo del mio lavoro al servizio dei cittadini e delle istituzioni della mia città e della mia regione”.
“Quarantenne – rimarca Pascale – ho già maturato una solida esperienza politica, misurandomi con le difficoltà delle competizioni elettorali comunali e regionali, con le asprezze della gestione amministrativa della cosa pubblica e con l’imprescindibile dialogo con i cittadini pur in momenti storici, come quelli attuali, nei quali il facile populismo e il più vieto qualunquismo, talvolta, sembrano prevalere sulla politica intesa come civile e fecondo strumento di confronto e di crescita democratica”.
“In Molise, il PDL prima e Forza Italia poi, sembrano non tener in alcun conto i miei sforzi e i miei sacrifici, le mie lotte e la mia passione”, lo sfogo di chi è rimasto uno dei pochissimi rappresentanti di Forza Italia (si contano sulle dita di una mano) nelle istituzioni della provincia di Campobasso.
“Non può prevalere la vecchia politica – sostiene Pascale – che non dà spazio a nuove energie e idee. Per questo motivo, ho contrapposto lunghissimi anni di impegno politico sempre dalla parte dei più indifesi, dei meno abbienti, dei più bisognosi, dei meno rappresentati nei circuiti del potere locale. Lunghissimi anni nei quali mi sono speso senza risparmio, sacrificando i miei affetti, i miei interessi economici, il tempo da dedicare alle imprese di famiglia”.
“Negli anni – conclude l’imprenditore campobassano – ho sempre ceduto il passo ad altri. Lunghissimi interminabili anni di battaglie politiche condotte per consapevole scelta lontano dalla ribalta, dai taccuini e dalle telecamere, ma vicino a chi non è neppure censito da certi signorotti del potere regionale perché estraneo ai cappi delle clientele, a chi ha orgogliosamente rifiutato di farsi mappare nelle liste delle truppe cammellate di chi, ieri, ha portato il Molise allo sfascio e, oggi, ancora reclama sfacciatamente uno strapuntino e il ruolo di regista, se non di padre nobile, dell’area di centrodestra. Lunghissimi anni costellati sì da qualche gratificazione ma, purtroppo, contrassegnati anche da tante delusioni procuratemi da voltagabbana che con sfrontatezza non hanno esitato a chiedermi sostanziosi interventi in campagna elettorale, salvo dileguarsi nelle occasioni in cui ho avuto la necessità di rappresentare situazioni socialmente critiche e di umana sofferenza”.
Una richiesta forte, arrivata questa mattina, mercoledì 24 gennaio 2018, sui tavoli romani, che fa seguito alla missiva dell’eurodeputato Aldo Patriciello.
L’ex premier Silvio Berlusconi, nel 2013, eletto al Senato nel collegio molisano, avrà il suo bel da fare per mettere tutti d’accordo.
La caratteristica comune delle due lettere è una: dare fiducia a chi ha sempre lavorato per Forza Italia in Molise continuando a portare voti e, dunque, evitando scissioni e fughe, così come hanno fatto tutti o quasi gli ormai ex rappresentanti azzurri, fuggiti quando Forza Italia ha toccato uno dei punti più bassi della sua storia lunga un quarto di secolo.