Molise unica Regione senza donne in Giunta: c’è la proposta per modificare lo Statuto. La Calenda sposa la battaglia ma rinvia di 5 anni l’applicazione della norma
Sono in quota al centrodestra le uniche due assessori donna che il Molise ricordi. Nella ventesima regione, Angela Fusco Perrella e Sabrina De Camillis sono state le uniche donne a sedere sugli scranni dell’esecutivo regionale.
Un primato che non fa onore al Molise, dove le ultime due legislature, in tema di parità sembrano aver tracciato una linea di continuità.
Tutta al maschile fu la Giunta Frattura, così come quella attuale, targata Donato Toma e nominata nel corso di una legislatura dove il numero delle elette è cresciuto sensibilmente.
Tuttavia, in previsione il destino della politica locale in rosa sembra essere destinato a mutare. Non subito però.
Questa mattina, venerdì 23 novembre, infatti, la Prima Commissione consiliare ha approvato la proposta di legge per modificare lo statuto, affinché esso “garantisca la parità di accesso alle cariche elettive e la rappresentanza equilibrata dei due generi negli organi di governo della Regione e nelle società partecipate”.
Ad avanzare la proposta è stata la consigliera regionale del PD, Micaela Fanelli, che già qualche tempo fa aveva avuto modo di illustrare i contenuti della possibile modifica dello Statuto.
Il testo che la Commissione ha licenziato questa mattina e che a breve arriverà nell’aula di Palazzo D’Aimmo ha però subito alcune modifiche. Particolarmente significativa quella relativa alla sua entrata in vigore: ovvero a partire dalla prossima legislatura.
Una battaglia delle donne e per le donne con effetti solo a lungo termine, necessari per non sconvolgere gli equilibri politici attuali della maggioranza.
L’emendamento che rimanda tutto alla prossima legislatura porta, infatti, il nome della consigliera Filomena Calenda.
Nonostante ciò, alla Calenda sono comunque andati i ringraziamenti della stessa Fanelli che ha commentato: “Sono certa che una maggiore presenza di genere negli organi decisionali dello Stato favorirà l’uguaglianza sostanziale nella società, ma soprattutto migliori e più efficaci politiche in favore delle donne”.
Non devono pensarla così i due consiglieri regionali che hanno voluto, invece, astenersi dal voto in Commissione. Si tratta dei consiglieri Di Lucente e Greco che proprio la Calenda ha voluto bacchettare.
“La cultura maschilista – ha detto, infatti, la consigliera della Lega – è dominante, ma questa volta ha vinto il buonsenso. Mi auguro che la proposta di legge cosi come emendata in commissione veda l’approvazione unanime del Consiglio regionale chiamato a legiferare. È un’occasione che il Molise non deve perdere, e che cambierà, ne sono certa, anche la visione della politica”.
Una visione questa che, salvo imprevisti, non è destinata a cambiare prima di cinque anni.
A meno che a rimescolare le carte del mazzo non dovesse essere l’esito del ricorso al Tar presentato lo scorso 16 luglio che impugna proprio il decreto del presidente della Giunta regionale, numero 53 del 15 maggio 2018. Quello con cui Toma nominò la sua squadra di Governo, composta da soli uomini.
f.a