Molise Acque, l’ex presidente Piero Neri attacca Frattura: “La sua scelta non riguarda il taglio dei costi, né è politica perché quest’ultima è un’altra cosa. Noi bravi nel risparmio”
GIUSEPPE FORMATO
“La scelta di Frattura non riguarda né il taglio dei costi né situazioni politiche e per il sottoscritto la politica è un’altra cosa”: così l’ormai ex presidente di Molise Acque, Piero Neri, ha spiegato la sua rimozione dall’incarico. E l’avvocato campobassano lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa, tenuta insieme al ‘fedelissimo’ Gian Piero Cesario.
“Il nostro lavoro – ha spiegato Neri – ha portato l’azienda a un consistente risparmio, in termini di milioni di euro”. L’ex presidente Neri ha snocciolato i numeri della sua gestione: nel 2014 l’azienda regionale è costata poco più di sei milioni di euro, l’anno prima è costata il doppio, 12 milioni, mentre nel 2012 sono stati registrati costi superiori ai nove milioni e mezzo di euro.
“Siamo subentrati in una situazione difficile dal punto di vista economico – ha proseguito il legale molisano – e, così, abbiamo razionalizzato i costi senza inficiare sui servizi, mantenuti di alta qualità. Approfitto per ringraziare i dipendenti che si sono messi a disposizione, come è successo negli ultimi mesi, quando ci sono stati problemi a causa degli smottamenti e alla conseguente rottura di tubazioni. Siamo riusciti a garantire l’acqua a tutti i paesi coinvolti dal dissesto idrogeologico”.
L’ex presidente Piero Neri ha spiegato, nel corso della conferenza stampa, voce per voce tutti i tagli imposti all’ente. Nel 2014 la spesa per il personale è stata di 3.106.341,60 euro, rispetto ai 3.638.185,85 del 2012; tagli anche al personale esterno (co.co.co e interinali) con una spesa di 913.035,90 nel 2014 a fronte di quella del 2012 di 1.390.982,39 e del 2013 di 1.691.542,10. Anche le spese del Consiglio d’amministrazione sono state sensibilmente ridotte, passate dai 258.400,20 euro della precedente gestione ai 145.349,16 dell’attuale consiglio.
Le consulenze sono state ridotte dai 793.893,55 euro del 2012 ai 476.690,79 di due anni dopo; azzerate le spese di rappresentanza, attestatesi sui 351.286,03 euro nel 2012 per passare ai 10.964,20 euro l’anno successivo e a 5.451,00 nel 2014 con quest’ultima cifra che corrisponde alla quota associativa obbligatoria di FederUtility.
“Sulla corrente elettrica – ha spiegato Neri – siamo in regime di salvaguardia, ovvero al nostro insediamento abbiamo trovato una situazione al collasso. L’azienda non pagava la corrente, che non poteva essere staccata perché l’erogazione dell’acqua è un servizio indispensabile. In quel regime, in pratica, si paga di più. Non appena l’azienda riuscirà a riavere l’abilitazione, la gestione dell’energia elettrica potrà essere affidata alla società che ha risposto al bando con un risparmio di oltre 4 milioni di euro. Al momento, per sollevare e pompare l’acqua, si spendono 13 milioni di euro più l’iva. La prossima settimana, inoltre, nelle sedi periferiche di Molise Acque si avrà l’Adsl a 20 mega. Ad oggi spendevamo di più con una linea lenta”.
Neri ha illustrato i risparmi, stimati in 150mila euro nel triennio, sull’acquisto di vetture di proprietà rispetto agli attuali costi di noleggio, così come ha fatto cenno agli accordi con l’Unimol e la Provincia per tirocini e stage e con le scuole per l’alternanza scuola-lavoro, alla proposta di convenzione con Poste Italiane per usufruire del servizio delle raccomandate online e alla proposta di arbitrato per risolvere le controversie con il Comune di Bojano.
“Abbiamo iniziato – le dichiarazioni di Neri – un percorso con l’Arpa e l’Unimol per il riconoscimento di un marchio di qualità della nostra acqua, avviando un percorso di recupero crediti con i comuni debitori, che devono a Molise Acque circa 35 milioni di euro. Molti enti hanno accettato la rateizzazioni e, dunque, saranno risorse a disposizione dell’ente”.
Sulla questione dell’acqua regalata alla Campania, Neri si è difeso: “Gli accordi li fa la Regione, noi siamo ente di gestione. Le tariffe applicate ai Comuni campani e pugliesi sono più alte rispetto a quelle dei centri molisani. Non si tratta dell’acqua che la Campania ci paga ma degli oneri di gestione con un incasso di quasi quattro milioni nel 2014 e di 3.200.000 euro l’anno precedente. Discorso diverso con la Puglia, perché della Diga di Occhito, in Molise per tre quarti, se ne occupa la Provincia di Foggia e a Molise Acque non entra nulla”.
Sul concorsone, Neri ha concluso: “Picciano aveva previsto l’inserimento di 188 nuovi dipendenti, insopportabili per questa azienda a livello di costi. A ciò si aggiunga che, nel frattempo, si sono aggiunti gli esuberi dei dipendenti delle Province e degli altri enti del cosiddetto sistema Molise. La riorganizzazione aziendale, inoltre, deve essere effettuata dal direttore generale, una figura che manca dopo l’addio di Sergio Di Vico, che ringrazio per l’opera svolta. L’idea era quella, se non venisse più svolto il concorso, della restituzione delle venti euro ai concorrenti”.