Con l’Ulivo 2.0 un dialogo aperto ma distante: il nuovo movimento civico Democratic@ si presenta. “A sinistra per fare politica di sinistra. No a minestroni”
Con l’Ulivo 2.0, il dialogo del nuovo movimento Democratic@ a tratti sembra essere aperto. Salvo poi una serie di motivi di chiusura che si intravedono nelle parole di alcuni esponenti seduti al tavolo. In particolare quelle di Mino Dentizzi e Nicola Magri che, insieme ad Adele Fraracci, Antonietta Pistilli e Simonetta Tassinari questo pomeriggio, giovedì 9 novembre, hanno presentato la neonata formazione civica.
E, proprio i primi due non sembrano avere remore nell’evidenziare la differenza tra Democratic@ e ciò che il senatore Ruta e il parlamentare Leva cercano di ricostruire. “A differenza dell’altra, – sottolinea Dentizzi – questa sala e questo tavolo sono affollati da donne. Nessuno di noi vive di politica, ma nella nostra quotidianità abbiamo sempre dimostrato impegno politico”. La pregiudiziale maggiore che per gli esponenti di Democratic@, provenienti per lo più dal mondo scolastico e sanitario, andrebbe a influire su una possibile alleanza, sarebbe infatti la voglia di voler ricostruire, sotto una nuova forma, il progetto del vecchio Ulivo, “di fatto, fallito”.
Altra negligenza, per Dentizzi, anche quella di non aver chiarito, da parte dell’Ulivo 2.0, come sarà scelto il candidato presidente. Dalla nuova formazione viene, dunque, lanciata una sfida che, come dicono gli stessi rappresentanti “sa di presunzione”. “Noi siamo qui e ciò che ci differenzia è il metodo. Per il momento – precisano – ci confronteremo con gli altri movimenti civici in un clima di attesa. Non andiamo da nessuna parte, ma gli altri possono venire con noi”.
Unica certezza di Democratic@ resta, quindi, una precisa collocazione di sinistra che, a detta di Magri, si può riassumere in un “rifiuto netto di quel minestrone che, sia a livello nazionale che locale, non ha dato i frutti sperati”.
Così Democratic@, in una “sinistra che è al potere ma che ha fatto sparire la politica di sinistra” è proprio quest’ultima a voler recuperare. Come? Per prima cosa dicendo ‘no’ a quel Pd incarnato da Renzi, che sembra voler ribadire un’alleanza con Alfano e che, sul territorio regionale, si identifica con la politica della segretaria regionale del partito, Micaela Fanelli e dell’attuale governatore Frattura, alla cui “casa” non si esclude, in questi giorni, possa far ritorno lo stesso senatore Ruta.
Partire dal basso per elevare “i toni di un linguaggio politica da bassa lega”, sembra essere, inoltre, lo slogan di un movimento che non fa sconti alla classe politica regionale di cui ricorda quanto accaduto lo scorso martedì in Consiglio regionale, per la mozione di sfiducia al numero uno della regione.
Ma la proposta politica formulata non vuole nemmeno essere contro qualcuno, semmai “intende lanciare un progetto di buonsenso che torni a ragionare, seppur a piccoli passi, su cose semplici, ma soprattutto torni ad agire in base alla Costituzione”. Perché Democratic@ nasce proprio dall’esperienza del referendum del 4 dicembre 2016 e da quella vittoria del ‘no’ alla riforma costituzionale. I militanti di quel ‘no’, oltre a essere seduti al tavolo sono difatti tra gli spettatori. Tra questi l’ex presidente del Consiglio regionale, Antonio D’Ambrosio, seduto tra numerosi medici, ma anche dirigenti scolastici del capoluogo e insegnanti.
I diritti sanciti nella Costituzione tornano così a essere evocati durante la presentazione della nuova formazione civica. Sanità e lavoro i punti cardine di una discussione che torna sui dati di un Molise in cui i giovani sono costretti ad emigrare. Fasce di una popolazione che inequivocabilmente sono sempre presenti nelle parole di nuovi e vecchi movimenti, e di cui però le convention non ne sono mai affollate.
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