L’editoriale – Il dibattito politico molisano: i ‘big’ si accusano con comunicati e conferenze. Un fiume di parole e zero fatti per la martoriata popolazione molisana
GIUSEPPE FORMATO*
Una lunga sequela di conferenze e comunicati stampa sta invadendo la scena politica regionale. Hanno iniziato il senatore Roberto Ruta e il Governatore Paolo di Laura Frattura, illustrando i cinque obiettivi del centrosinistra (altri cinque saranno spiegati venerdì 24 ottobre), in mezzo due note stampa dell’ufficio comunicazione del Presidente della Giunta regionale, sull’emergenza neve 2012 e sull’Agenzia di Protezione Civile, volte a screditare l’operato dell’allora numero uno di via Genova, Michele Iorio, il quale per rispondere all’architetto di Campobasso ha convocato i giornalisti nel suo ufficio politico del capoluogo, toccando vari temi e, difendendosi dalle accuse, a sua volta, ha tirato in ballo l’ex suo uomo di fiducia, Paolo Frattura, e il comunista Salvatore Ciocca. Il consigliere delegato alla ricostruzione post-sisma poteva mai sottrarsi a questo ‘sterile’, per i cittadini che vivono la crisi, teatrino della politica? Giammai. Puntuale, così, anche la lunga risposta che Ciocca ha rivolto a quanto addebitatogli da colui che ha governato il Molise, ininterrottamente, dal 2001 al 2012.
Sembra di essere in campagna elettorale. E forse lo siamo. Gli equilibri politici sono labili e quello che ancora tiene insieme tanti personaggi politici da idee e provenienze diverse solo è forse la poltrona, quella sedia che garantisce un lauto stipendio, in un periodo durante il quale, soprattutto il Molise, sta vivendo una crisi senza precedenti.
I giovani molisani non hanno lavoro, né prospettive: hanno, però, la valigia pronta per lasciare una terra, ormai martoriata. I trentenni molisani come fecero i loro nonni e bisnonni saranno costretti ad abbandonare il loro Molise, quella regione nella quale avevano riposto tutte le proprie speranze.
Negli ultimi anni hanno chiuso tutte le principali aziende. Si sono ritrovati a casa, dalla sera alla mattina, senza uno stipendio, spesso senza garanzie e ammortizzatori sociali, nonché senza prospettive, migliaia di molisani: coloro che lavoravano alla Gam, all’Ittierre, allo Zuccherificio del Molise (sempre più in crisi), i dipendenti di Esattorie SpA, gli operatori della formazione professionale e della Protezione Civile, senza dimenticare le tante piccole e medie imprese, soprattutto sul versante delle costruzioni, costrette al fallimento o, comunque, al licenziamento di centinaia di operai.
La classe politica come risponde alla disperazione della gente comune? A suon di conferenze e comunicati stampa, pubblicizzate (anche per colpa di noi giornalisti, ma solo per dovere di informazione) in maniera spropositata, rispetto ai reali interessi dei lettori.
I cittadini sono stanchi della politica anche per questo motivo: tante le chiacchiere, pochi i fatti.
La dimostrazione in questi giorni: parole su parole, senza dare risposte concrete e soluzioni ai tanti problemi. Che, poi, risposte e soluzioni si fondono in un’unica parola: lavoro. Quel lavoro che restituisce la dignità a un popolo, che più di altri sta soffrendo la crisi.
È dovuto venire in Molise ‘dalla fine del Mondo’ Papa Francesco, per tirare le orecchie alla classe politica molisana, che si era unita (sempre a suon di comunicati stampa) alle parole del Santo Padre. E poi? Tutto come prima, anzi più di prima, in termini di disoccupazione.
La classe politica molisana pensa davvero che alla gente comune interessi ancora quello che hanno da dire? A quanto sembra sì, considerando che le accuse viaggiano via e-mail o a suon di conferenze stampa, ma la risposta è decisamente no.
Quello che interessa ai molisani non è di chi sono le colpe del fallimento della Regione Molise ma che, sull’esempio anche del Governo nazionale, si superino gli schieramenti politici, per lavorare tutti (davvero) per il bene del Molise e dei molisani. Se non si è pronti per unirsi, smettendola di continuare a scaricarsi le colpe e le responsabilità, allora meglio superare lo schema Molise e, insieme con le Marche e l’Abruzzo, pensare alla Macroregione Adriatica. Si avrebbe una regione vasta, popolosa e, forse, più forte, nella quale i pochi rappresentanti politici del Molise, che avrebbero diritto al proprio seggio istituzionale, saranno più uniti nella battaglia per gli interessi, i diritti e la dignità dei molisani.
*direttore responsabile www.https://www.cblive.it