“Le ragioni del no al sequestro della sovranità popolare”, il professore universitario Michele Della Morte spiega i motivi del diniego alla riforma della Costituzione italiana
GIUSEPPE FORMATO
Il professor Michele Della Morte, ordinario di Diritto Costituzionale dell’Unimol, è stato tra i protagonisti, nella Sala consiliare del Comune di Campobasso, del momento di confronto sulla riforma costituzionale, dal tema: “Le ragioni del no al sequestro della sovranità popolare”, organizzato dal ‘Comitato molisano per il No’.
Il docente ha spiegato a CBlive le ragioni per cui i cittadini dovranno esprimersi per il no in occasione del referendum costituzionale, in programma nel prossimo mese di ottobre.
“La riforma costituzionale, così come è stata approntata dall’attuale Governo, non è la soluzione ai problemi che sono in atto – le parole del professor Michele Della Morte – e aggrava quelli della democrazia italiana. Si innesta su un processo che si sta tentando da anni, ma la riforma costituzionale ha seguito la strada del potenziamento degli esecutivi, deprimendo la rappresentatività. Non è la strada da seguire per risolvere i problemi esistenti”.
Cosa cambia nei rapporti tra lo Stato e le Regioni? “La riforma punta a una ricentralizzazione estrema, col conseguente sacrificio del principio di autonomia, quest’ultimo secondo il Costituente funzionale allo sviluppo democratico dell’ordinamento giuridico e statuale”.
Cosa cambierà col Senato rappresentativo? “È un mostro. Non c’è un’idea definita del nuovo Senato. Dalla riforma non si comprende cosa e chi rappresenterà, quali funzioni avrà e, soprattutto, quale sarà il suo ruolo nel procedimento legislativo, che passano da uno a dieci. La riforma, in sostanza, realizza la complessità e non va verso la semplificazione, così come vogliono farci credere”.
Chi ha realizzato la riforma, questo Governo di grandi alleanze, ritiene che questa riforma costituzionale sia la migliore in assoluto. “Chi va nella direzione favorevole alla riforma costituzionale lo fa per ragioni strumentali e politiche, perché sin dal 1982 tutte le riforme istituzionali sono state utilizzate dai partiti politici per riorganizzarsi, piuttosto che in prospettiva di sistema”.
La Riforma costituzionale come si pone rispetto a un sistema partitico ormai al tramonto? “Questa riforma non aiuterà a risolvere il problema della disgregazione dei partiti, perché altro non fa che fotografare l’esistente, quello di un sistema parcellizzato.
Siamo in una fase in cui le formazioni politiche sono prive di identità e, per questo motivo, hanno bisogno di un premio di maggioranza abnorme per potersi rappresentare. Uno dei motivi per i quali anche l’Italicum, la nuova legge elettorale, va in questa direzione”.
A fare gli onori di casa, a Palazzo San Giorgio, c’era il Presidente del Consiglio comunale di Campobasso, Michele Durante. Il momento di confronto è stato moderato da Emanuela Di Capita. Interventi, nel corso del dibattito, anche di Michele Barone. Presenti in aula diversi esponenti politici di varie estrazioni e gruppi di appartenenza, nonché esponenti del mondo dell’associazionismo territoriale.