Larino centro Covid, Toma abbandonato dai suoi. In Aula i risvolti della prova di forza del quinto assessore
Con 11 voti a favore, quelli dei consiglieri di minoranza e di Michele Iorio, Aida Romagnuolo e Filomena Calenda e 8 astenuti, il Consiglio regionale del Molise vota la mozione con la quale si prevede la realizzazione del Centro malattie infettive all’ospedale Vietri di Larino.
La questione sanitaria in aula mi mescola alle utlime vicende politiche e il giudizio di alcuni esponenti della maggioranza è duro nei confronti del presidente Toma. Quello della Romagnuolo, della Calenda, ma anche quello del consigliere Di Lucente, così come quello di Cefaratti.
Tutti ricordano al governatore di non aver mai condiviso con la maggioranza il progetto della torre Covid al Cardarelli. Apertamente c’è poi il riferimento alla nomina di Marone, fatta contro la volontà di tutti.
Il primo vero banco di prova del presidente Toma dopo la nomina del quinto assessore e che segna un’unica certezza, Toma di fatto non ha i numeri.
Lo ribadisce la capogruppo dem, Micaela Fanelli, che invoca alle dimissioni del governatore nel suo intervento in Aula.
“Lontano dalla realtà e politicamente poco lucido. Crede di poter governare da solo, non ascolta cittadini, nè amministratori, nè consiglieri. Con certe scelte, certi silenzi, certi giri di parole – dicono invece i 5 Stelle – si sta sfiduciando da solo”.
“Ho votato a favore del progetto Covid a Larino perché credo che esso rappresenti una opportunità per il Molise intero in un’area del nostro territorio che è stata fortemente penalizzata. Oggi abbiamo tutti la possibilità di migliorare le potenzialità di quella parte del territorio. Anzi, parlando di sanità, dovremo muoverci il prima possibile anche su Termoli dove rischiamo di essere assorbiti dalle città abruzzesi San Salvo e Vasto.
Con questo progetto si realizza ciò che doveva essere dall’inizio: il Molise potrebbe avere un centro dove non sono i pazienti Covid, se affetti da altre patologie, ad essere spostati ad altri i reparti. Ma dovranno essere i medici, gli specialisti, ad andare a Larino per curare la patologia che può presentare un paziente affetto da coronavirus. Senza coinvolgere il resto della sanità pubblica bloccandola, come avvenuto in tutti questi mesi e come sta avvenendo ancora oggi al Cardarelli di Campobasso dove la ripresa delle attività ordinarie appare piuttosto lenta”, il pensiero espresso dalconsigliere Iorio a margine della votazione.