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La revoca delle deleghe agli assessori e i dissapori nella Lega. La Calenda si appella a Mazzuto e chiama in causa la Romagnuolo. “Io sto con Toma. Ora mi aspetto un gesto concreto”

“Per me si può andare a casa anche domattina. Sono stata eletta nella Lega e voglio lavorare per il bene dei molisani. Su chi evoca l’utilizzo della ruspa ho, invece, qualche dubbio”: le parole della consigliera regionale che esprime disappunto verso il comportamento della collega

Che l’affaire Lega sia uno dei motivi alla base dell’azzeramento delle deleghe agli assessori regionali da parte del governatore Toma è ormai cosa nota.

Nel partito del Carroccio, lo stesso che a livello nazionale governa insieme ai Cinque Stelle e che, invece, in Molise sostiene la partita di un centrodestra con a capo un presidente di Forza Italia, volano gli stracci.

Troppi i malcontenti e i malumori a cui l’esponente esterno dell’esecutivo regionale, nonché coordinatore regionale, è chiamato a risolvere. Sembrerebbe, infatti, essere questo il presupposto affinché Mazzuto possa restare in Giunta.

E l’appello a l’assessore arriva anche per bocca della consigliera regionale Calenda che, attraverso un post sui social, sembra togliersi qualche sassolino da una scarpa probabilmente sempre più stretta.

“Apprendo dagli organi di informazione di adesioni in quota Lega nella provincia di Isernia”, dice infatti la Calenda che, dichiarandosi “felice per i consensi del partito in Molise”, si rivolge subito dopo allo stesso Mazzuto.

“Mi duole sottolineare che in qualità di consigliere regionale sarebbe opportuno che venga informata su quanto stia accadendo. Credo sia arrivato il momento, da parte del coordinatore regionale, – chiosa – che venga fatta chiarezza sui ruoli e sulle dinamiche interne al partito. Se la mia presenza dovesse risultare troppo ingombrante o non voluta preferisco la schiettezza e il coraggio di dire la verità. […] Ciò che mi preme di più sono gli interessi della nostra gente e, per quel che mi riguarda, vorrei comprendere se all’interno di tale partito sia ancora libera di poter esprimere le mie idee, se ci sia condivisione di intenti e, soprattutto, se non ci si basi solo su logiche politiche egoistiche e arrivistiche. Credo nella condivisione delle idee e nel lavoro di squadra; sono fermamente convinta che ciò che accade all’interno di un partito politico debba avvenire alla luce del sole”.

“Qualcuno – aggiunge l’esponente di Palazzo D’Aimmo – mi spieghi perché alcuni esponenti della Lega Salvini Molise sembrano molto vicini a esponenti politici che rappresentano altri movimenti. Chi sono costoro? Fanno parte della Lega?”

Un riferimento chiaro alla collega e capogruppo Aida Romagnuolo. Sotto i riflettori della Calenda ci sarebbe, infatti, anche la questione del trasporto dializzati in provincia di Isernia, che da un lato avrebbe visto la stessa Romagnuolo attivarsi insieme al consigliere Scarabeo, eletto in quota Forza Italia e la medesima Calenda confrontarsi il direttore amministrativo dell’Asrem, Forciniti.

“Chissà se il presidente Salvini è al corrente di quanto sta accadendo in Molise. Non credo che se lo sapesse sarebbe contento”, dice alludendo alla questione la stessa Calenda.

“Questo tipo di politica – chiude la consigliera di Isernia – rappresenta il passato, quel modus operandi che non piace agli elettori perché figlio di giochi di palazzo e tornaconti personali. La Lega, invece, rappresenta la novità, il metterci la faccia, essere della Lega vuol dire essere trasparenti dinanzi alla società civile. E’ questo il partito a cui ho aderito. Chiedo, dunque, un chiarimento immediato e una presa di posizione forte da parte di chi è chiamato a mantenere le redini del partito in Molise. Sulla stampa sento parlare di orbita Lega, forse hanno ragione: la Lega in Molise è un pianeta che, però, sta implodendo a causa di chi, dall’interno, rema contro Salvini e, soprattutto, contro i molisani”.

Un monito e un appello a Mazzuto, quello della Calenda che arriva a qualche giorno dalla revoca delle deleghe agli assessori e che vorrebbe servire “a riportare la pace” il quel partito che tra la posizione nazionale e quella locale rischia di generare già confusione tra i cittadini elettori.

Ma dalle parole della consigliera arriva anche l’endorsement al governatore Toma:È il mio presidente e se ha deciso di fare questa mossa ci attendiamo, da chi di dovere (Mazzuto ndr) un qualcosa di più concreto”.

“Per me – conclude la Calenda – si può andare a casa anche domattina. Sono stata eletta nella Lega e voglio lavorare per il bene dei molisani. Su chi evoca l’utilizzo della ruspa ho, invece, qualche dubbio”.

Insomma, nella Lega locale quella guerra aperta restata confinata nei palazzi dei bottoni fino a qualche tempo fa, sembra essersi acuita dopo l’azzeramento delle deleghe e chiede ora con forza una risoluzione definitiva, anche e soprattutto in vista dei prossimi appuntamenti elettorali e di percentuali di gradimento in crescita nei sondaggi.

fabyabb

 

Redazione

CBlive

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