Insegnanti, studenti, genitori e sindacati ‘abbracciano’ l’istituto di via Roma: è il simbolo della protesta per proteggere la scuola dalla riforma per la quale il Governo Renzi procede a colpi di fiducia
CRISTINA SALVATORE
Mani che si intrecciano fino a legare insieme insegnanti, alunni, genitori e rappresentati dei sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal, Fgu Gilda, per formare una catena umana che simbolicamente va a cingere le mura esterne della scuola elementare D’Ovidio di via Roma a Campobasso come per proteggerla. Proteggere la scuola, tutte le scuole, da questo disegno di legge del governo Renzi, che gli avversari politici e non solo hanno definito “il peggiore di tutti i tempi”. La riforma ha ricevuto l’ok dal Senato, dove il Ministro Boschi aveva chiesto e ottenuto la fiducia, e che il 7 luglio sarà alla Camera.
‘La scuola pubblica non si tocca’, gridano a gran voce i tanti manifestati campobassani che nel pomeriggio del 25 giugno si sono riuniti e uniti per difendere i diritti , violati, di una scuola pubblica che non riesce proprio a trovare pace.
“Non possiamo essere d’accordo con questo disegno di legge – spiega l’esponente della Uil, Ferdinando Mancini – perché la scuola non si può svendere. Non si può discutere di scuola mettendo un voto di fiducia e senza sentire il parere dei professionisti che ci lavorano. Noi sappiamo che questo disegno di legge è stato pensato nel segreto delle stanze del ministero, ma non sappiamo se queste persone capiscono realmente di scuola e dei problemi che essa deve sostenere quotidianamente. In tutte le nazioni – continua Mancini – nei momenti di crisi i vari governi esteri hanno investito di più sulla scuola pubblica mentre in Italia si è sempre tagliato in questo settore”.
Una triste realtà quella della scuola pubblica italiana che trova ampio sfogo nelle parole di una docente di scuola primaria: “Ognuno di noi ha un figlio o magari un nipote che va a scuola. I genitori di questi ragazzi durante le pause pranzo provvedono di tasca loro a rifornire i vari istituti in cui sono iscritti i loro figli delle cose essenziali che dovrebbero essere fornite proprio dalle istituzioni: parliamo di attaccapanni, di carta igienica e di tanto altro. Basti pensare che spesso, nelle ore di riposo dal lavoro, i genitori dei ragazzi vengono a scuola anche per tinteggiare le pareti. Mancano i soldi per le scuole pubbliche ma si continua a dar soldi alla scuola privata”.
È poi lo stesso segretario regionale FLC CGIL Molise, Giuseppe la Fratta, a prendere la parola per unirsi al coro civile di una protesta che non vuole saperne di arrendersi: “Stop alla ‘Buona Scuola’, stop al disegno di legge gerarchico che modifica tutto l’impianto costituzionale della scuola italiana – le parole amare di La Fratta –. Noi pensiamo che si sta disegnando una delle pagine più brutte della scuola. Si va avanti a colpi di fiducia su un provvedimento che, invece, dovrebbe ascoltare tutti, dovrebbe coinvolgere tutto il mondo dell’istruzione. Hanno dato la fiducia ad un disegno di legge tra i peggiori che io ricordi ma noi siamo qui, insieme, per dire no al ddl Renzi e continueremo a mobilitarci anche quando entrerà in vigore”.
E, intanto, il numero delle mani che si stringono attorno alla scuola di via Roma aumenta ogni secondo di più.