Incognita data elezioni regionali, Iorio si appella al governo Frattura: “Sì all’election day, si torni alle urne con la vecchia legge senza il listino”
Se le liste per le elezioni politiche vanno presentate entro la fine del mese di gennaio, il Molise ad oggi non conosce ancora la data del voto per il rinnovo del Consiglio di via IV Novembre. La nuova legge elettorale approvata dall’assise di Palazzo D’Aimmo, lo scorso 28 novembre, deve essere prima valutata dal Governo e poi informatizzata dal Ministero dell’Interno. La procedura o, qualche cavillo burocratico, nella ventesima regione d’Italia, potrebbe così far slittare la data del voto che, in questo caso, non coinciderebbe con quella del prossimo 4 marzo, ma slitterebbe nel mese di aprile. La questione, in questi giorni, sta animando il dibattito politico, che vede il governatore Frattura e i rappresentati dell’Ulivo 2.0 impegnati in una querelle al vetriolo. A inserirsi nel botta e risposta anche l’ex numero uno del Molise, Michele Iorio, per il quale al voto il Molise ci dovrebbe andare il 4 marzo, ma con la vecchia legge elettorale.
“Che l’approvazione tardiva della riforma elettorale – dice Iorio – avrebbe portato con sé problemi, vista l’imminente competizione, era cosa risaputa. Così oggi i molisani si ritrovano a non sapere ancora quando si voterà nella loro regione. L’incognita dell’applicazione della nuova legge elettorale, invece, presupporrebbe un gesto di coraggio e di saggezza da parte del governo regionale uscente che risolva tutti i problemi per questa chiamata alle urne”. Per Iorio, infatti, l’unica soluzione resta quella di “abrogare in Consiglio la nuova legge e andare a votare con la vecchia normativa magari eliminando il listino.
“In questa maniera non ci sarebbe un dispendio di fondi pubblici e, al contempo, verrebbe eliminata la corsa contro il tempo per la valutazione del Governo e l’informatizzazione della nuova legge da parte del Ministero dell’Interno”.
Anche se con motivazioni differenti, l’ex presidente di centrodestra si trova così d’accordo con i rappresentanti di centrosinistra Ruta e Leva che si dicono contrari a un rinvio della chiamata alle urne dei cittadini che, soprattutto per Leva, servirebbe solo a “riavvicinare Patriciello allo stesso Frattura”.