Fondazione Giovanni Paolo II, per il prossimo trienno investimenti in tecnologia e integrazione con il pubblico
Un nuovo corso per la Fondazione Giovanni Paolo II. E’ stato presentato a Campobasso il piano di sviluppo per il prossimo triennio relativo alla struttura di largo Gemelli in contrada Tappino: un progetto che prevede investimenti tecnologici, azioni a favore delle fasce più deboli e l’avvio del processo di co-abitazione con l’ospedale pubblico Cardarelli “con l’obiettivo – fanno sapere da contrada Tappino – di coniugare eccellenza medica e radicamento sul territorio”.
Dopo l’incontro con la stampa, il tavolo di lavoro a cui hanno partecipato, tra gli altri, Maurizio Guizzardi e Mario Zappia, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Giovanni Paolo II, Massimo Casciello, Ministero della Salute e il presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura.
“Dopo questa lunga fase di trattativa con la Regione Molise siamo arrivati a definire un progetto, anche se non ancora formalizzato, attraverso il quale l‘Università Cattolica metterà a disposizione della Regione Molise gli spazi all’interno del proprio ospedale di Campobasso per consentire un efficientamento delle risorse pubbliche e garantire livelli sempre più alti di qualità delle cure – ha commentato il presidente della Fondazione Maurizio Guizzardi – in questa ottica si inseriscono anche servizi integrati e condivisione di risorse che si espliciteranno con la suddivisione di servizi tra l’una e l’altra struttura”.
Si tratta del primo esempio al centro sud di collaborazione tra pubblico e privato accreditato “con risultati positivi per entrambi sia dal punto di vista della sostenibilità economica che dell’attenzione verso il paziente. Una buona pratica contro gli sprechi che consentirà di risparmiare riunendo in un’unica struttura le migliori specialità mediche per assicurare un servizio sempre migliore al paziente, in sicurezza”.
La qualità delle prestazioni rese dalla Fondazione è stata attestata anche dal PNE, il piano Nazionale Esiti con il quale l’AGE.NA.S (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali)
valuta gli esiti degli interventi sanitari.
La nuova gestione della Fondazione ha compiuto diverse azioni per il risanamento finanziario e per ridefinire l’assetto organizzativo e strutturale per una migliore efficienza. Superate le criticità del passato, oggi è possibile guardare con fiducia al futuro. Dopo i nuovi accordi sindacali e la rinegoziazione dei principali contratti di servizio che ha permesso il recupero di efficienza operativa ed economica, nel 2016 la Fondazione ha razionalizzato i turni del personale medico e riorganizzato le sale operatorie con la collaborazione e il prezioso contributo di tutto il personale dell’ospedale.
Nel dettaglio il piano prevede rinnovamenti ed investimenti. Investimenti che in ambito tecnologico saranno indirizzati, tra le altre cose, alla sostituzione dei due acceleratori dedicati alle attività di radioterapia e alla sala ibrida per gli interventi del dipartimento cardiovascolare. Un processo al fine di far assumere a alla Cattolica il ruolo di hub oncologico e centro di riferimento cardiologico e che, dal punto di vista del paziente, consentono terapie più efficaci, meno invasive e con minori effetti collaterali. Oltre a efficientamenti organizzativi, razionalizzazione delle forniture e il potenziamento di alcuni dipartimenti tra cui quello oncologico, quello delle malattie cardiovascolari, la radiodiagnostica e il laboratorio analisi.
Consueta anche l’attenzione al territorio con diverse iniziative a favore della salvaguardia della salute dei più deboli, confermando così la vocazione dell’ospedale: la Fondazione è, infatti, un’istituzione sanitaria no profit di ispirazione cristiana che non persegue attività di profitto. Tra gli appuntamenti della fondazione per la prevenzione e la salute della popolazione molisana si ricordano le iniziative: prevenzione nella tua città, giornate durante le quali la Fondazione offre alla popolazione prestazioni diagnostiche per la prevenzione delle patologie oncologiche e cardiovascolari; iniziative di solidarietà a favore della Caritas diocesana, degli immigrati, delle persone disagiate e meno fortunate; coinvolgimento delle associazioni di volontariato per creare un network virtuoso al servizio della persona; coinvolgimento dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dell’Ordine dei medici.