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Cis e caso Ecomont, mancato accesso agli atti. Fanelli: “Toma si arrampica sugli specchi. Che fine hanno fatto gli obblighi di chiarezza e trasparenza?”

L'esponente dem decisa a far luce sulla vicenda: "Non finisce qui"

Esclusa dai finanziamenti del Contratto Istituzionale di Sviluppo del Molise, la Ecomont, la società risultata in un primo momento destinataria dell’assegnazione di 10milioni di euro per il rilancio di Campitello Matese è stata riammessa dal Tar.

Invitalia ha, infatti riaperto le procedure per la valutazione, dopo che la giustizia amministrativa ha sospeso lo stop e fissando al 24 giugno l’udienza pubblica.

Come si ricorderà la Ecomont, dopo l’assegnazione era stata esclusa per i contenziosi che la società aveva con il Comune di San Massimo. Una decisione contro la quale la ditta privata si era subito appellata al Tar.

A tornare sulla ingarbugliata vicenda è ora la consigliera e capogruppo PD in Consiglio regionale, Micaela Fanelli, che rende noto un mancato accesso agli atti.

“In che modo sono stati valutati i progetti che hanno ottenuto i finanziamenti previsti dal Contratto Istituzionale di Sviluppo per il Molise? Sulla scorta di quali criteri? E quali sono stati i singoli giudizi espressi dai soggetti preposti alla valutazione? L’ho chiesto, per le vie brevi, alla Regione Molise e a Sviluppo Italia e niente.
Allora – fa sapere la Fanelli – ho proceduto ad una formale richiesta di accesso agli atti, ma ancora una volta, entrambi, hanno risposto picche, negando così la possibilità di conoscere come sono andate le cose nelle segrete stanze”.

“Toma, –
incalza l’esponente dem – arrampicandosi sugli specchi, ha risposto che il punteggio finale e la relativa graduatoria sono stati stilati da Invitalia (sorvolando nel fornire i singoli giudizi espressi dalla Regione Molise). Peggio, Invitalia ha respinto la mia istanza affermando che un consigliere regionale non ha potere di controllo né di vigilanza sulla loro attività amministrativa”.

“Combinando le due risposte, appare lampante come né un semplice cittadino interessato a sapere come siano spesi fiumi di denaro pubblico, né un rappresentante delle istituzioni che vuole esercitare il doveroso controllo, possono avere le carte e capire come siano andate davvero le cose. E nel frattempo, – ricorda la Fanelli – il Tar riammette una ditta privata, la Ecomont, per decine di milioni di euro, senza possibilità di conoscere le diverse fasi di valutazione”.

Che fine hanno fatto in Italia e in Molise i valori (e gli obblighi) di chiarezza e trasparenza? Perché si continuano a non fornire i documenti? Chi, come e perché ha selezionato alcuni progetti, escludendo tutti gli altri? Nessuno lo può e lo deve sapere, secondo loro. Eppure, non è così conclude la Fanelli – perchè se pensano di aver posto una pietra tombale sulla questione, si sbagliano di grosso”.

Redazione

CBlive

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