Disostruzione pediatrica: il Molise ha la Legge per promuoverne la diffusione ma non le coperture economiche
Le minoranze di Palazzo D'Aimmo contro il centrodestra: "Una norma spot e principi che restano su carta"
11 voti a favore, 2 astensioni e 6 no per la Proposta di Legge sulla diffusione delle tecniche e del pronto intervento relativo alla disostruzione pediatrica.
Al vaglio del Consiglio regionale di ieri, 22 ottobre 2020, convocato in modalità mista per via dell’aumento dei contagi, un unico punto, ovvero quello relativo alla PdL a firma del consigliere Di Lucente e del presidente Micone.
La proposta arrivata in Aula, aveva ottenuto il parere negativo della quarta Commissione consiliare per la mancata copertura finanziaria. Una proposta che, seppur nelle finalità previste è stata condivisa da tutti i rappresentati dell’Assise regionale, ha infatti il concreto rischio di rimanere solo ed esclusivamente su carta.
Un pensiero questo esplicitato non solo dalle minoranze, ma anche da alcuni esponenti dell’esecutivo.
Lo stesso assessore Niro ieri ne aveva chiesto il ritorno in Commissione.
Con il governatore Toma che ha dato via alla trattazione e con una maggioranza che si è adeguata, a esclusione della consigliera Calenda, presidente della stessa quarta Commissione, la Pdl è poi finita all’attenzione dell’Aula.
Unanime il voto favorevole sul primo articolo della Legge che definisce le finalità.
Non è stato così per gli altri articoli e per il testo completo che è passato con l’astensione di Calenda e Fanelli e il voto contrario dei consiglieri del Movimento Cinque Stelle.
“Condivido le finalità della legge, ma l’assenza di copertura finanziaria esplicitata ed alcuni altri dubbi, rischiano di rendere pura dichiarazione di principio la norma e le auspicate conseguenze. Ho pertanto votato positivamente l’articolo 1 e mi sono astenuta sul testo, in ragione di questa preoccupazione fondata e concreta”, spiega la consigliera Fanelli.
“La relazione finanziaria è, – dice la capogruppo dem – infatti, un obbligo formale imprescindibile, come ci hanno ricordato gli uffici, la Presidente di Commissione Calenda e anche l’esecutivo regionale in apertura di seduta, quando tutti eravamo d’accordo per un rinvio in Commissione. Ma poi gli animi si sono surriscaldati e questa decisione è stata modificata e si è arrivati al voto, che a questo punto non poteva essere favorevole. Purtroppo. Una astensione obbligatoria, dunque.
Ho altresì rivolto un forte appello al Presidente Toma perché davvero le indicazioni legislative riguardanti la formazione degli operatori e gli altri aspetti attuativi vengono realizzati.
Alcune domande sorgono alla fine spontanee e non solo provocatorie: questa assenza di relazione finanziaria costituirà un precedente anche per le altre leggi? E che diranno i soggetti preposti ai controlli finanziari? Infine, il Consiglio può legiferare in materia sanitaria? Due pesi e due misure?”
“Come denunciamo da tempo, prima di tutto la legge non ha copertura finanziaria e questo aspetto la rende vuota, priva di effetti concreti”, è il pensiero degli esponenti pentastellati a Palazzo D’Aimmo.
“La norma ad esempio, – proseguono i 5 Stelle – prevede corsi di formazione e percorsi di sensibilizzazione ma, come detto, non individua fondi né stabilisce il relativo capitolo di bilancio. In pratica non prevede neanche un euro né per la formazione né per l’informazione, quindi non spiega come realizzarle. Il testo, inoltre, si presta a potenziali conflitti di attribuzione perché invade le competenze del Commissario della Sanità, aprendo al rischio di impugnativa da parte del Governo nazionale. Ma anche il percorso normativo utilizzato per portare la proposta in Aula – concludono – ha sì accelerato l’iter legislativo, come al solito lento, ma ha privato la Commissione di un doveroso momento di approfondimento della norma, di fatto svilendola e svuotandola”.