EUGENIO CRISPO
Il mega concorso, tanto osannato e tanto annunciato sta spaccando il mondo del comparto scuola. Ma appare piuttosto evidente come ci sia una discrasia tra le dichiarazioni politiche ed il monito del governo Renzi, con la reale situazione “tra i banchi”.
Effettivamente ci si aspettava molti di più non solo in termini di trasparenza, quanto anche sul fattore numerico dei nuovi professori. Ma sulla reale situazione si è espresso Michele Paduano, coordinatore provinciale e Regionale della Gilda degli Insegnanti, sempre in prima linea a tutela della categoria. “Sul concorso partito oggi con le prime prove scritte, auguri ai candidati, gravano la mancata comunicazione ai candidati delle griglie di valutazione, in base alle quali saranno valutati i loro elaborati, e l´incognita dei commissari su cui, al momento, si sa soltanto che nei prossimi giorni il Governo depositerà un emendamento per aumentarne i compensi. Le migliaia di partecipanti meriterebbero maggiore trasparenza e organizzazione”, è quanto dichiara Paduano.
“Al ministro Giannini, secondo la quale questo è un concorso storico, il più grande della scuola italiana´, ricordiamo che i 63.712 insegnanti che entreranno in ruolo non rappresentano nuove assunzioni, ma semplicemente la copertura del turnover per sostituire i docenti che andranno in pensione. Non c´è, dunque, alcun nuovo investimento. Ed è uno spot elettorale – conclude Paduano – affermare che dopo tanti anni si torna alla Costituzione, visto che l´ultimo concorso si è svolto nel 2012, appena quattro anni fa”.