Politica

Commissario ad acta, Toma riceve l’endorsement dall’aula. Scontro Forza Italia-Cinque Stelle: gli assetti della politica nazionale sulla pelle dei molisani

La questione della nomina del commissario ad acta della sanità molisana approda in Consiglio regionale e il clima, nell’aula di via IV Novembre, diviene infuocato. Il comitato in difesa del Centro di Senologia di Isernia ha da poco abbandonato l’aula, dopo che il segretario dell’Ufficio di Presidenza, il consigliere 5 Stelle, Vittorio Nola, ha avuto un colloquio informale con i diversi esponenti, che poco prima avevano già avuto modo di interloquire con il governatore Toma. E proprio Nola li ha convinti ad andare via per evitare che una mozione bollata dai pentastellati come “meramente politica” potesse essere strumentalizzata. Una versione questa, accettata di buon grado dai manifestanti. In fondo, senza la nomina del commissario ad acta da parte del Governo c’è ben poco da fare.

Unica certezza ad emergere è che dietro questa nomina ci sia una dimensione politica capace, come ormai i molisani hanno sperimentato sulla propria pelle, di mettere da parte le vere esigenze di un territorio e di chi lo abita.

Ed è proprio questa dimensione ad animare e a infiammare un dibattito il cui oggetto è la mozione presentata dal centrodestra che “spinge” affinché il presidente della Regione per “ragioni di opportunità istituzionale e di garanzia della rappresentatività democratica del territorio”, sia nominato commissario ad acta. E se questa funzione, per il PD deve tornare nuovamente nelle mani del numero uno del Molise, non la pensano allo stesso modo i Cinque Stelle, i quali auspicano un tecnico mandato da Roma che, “scevro da qualunque tipo di interesse” possa rimettere in pari i conti di una sanità disastrata.

Ma far quadrare i conti in una regione da numeri così esigui potrà tenere conto delle esigenze di un territorio particolare come quello molisano?

La risposta è ‘no’ per i consiglieri di centrodestra, così come per quelli di centrosinistra. Anche quest’ultimi, infatti, auspicano nella nomina di Toma, pur non condividendo una mozione che “arriva in Consiglio senza alcun senso, se non quello politico”. E l’atto, dicono Facciolla e Fanelli, forse vuole solo dare quella spinta necessaria a un presidente di Forza Italia che si trova a interloquire con un Governo gialloverde, il cui ministro pentastellato, in tale ambito, sembra orientato più per soluzioni esterne alla politica locale.

Un senso questo, che lo stesso presidente Toma rimanda però al mittente. “Ho ottimi rapporti con il Governo e confido nell’intelligenza di quelle che saranno le scelte. Non ho portato io questo atto in aula, lo ha fatto la mia maggioranza che, a questo punto, non posso che ringraziare”.

Ma sulla volontà di una nomina di un tecnico esterno Toma lancia dubbi proprio sulla componente grillina presente in aula, rea di premere con i propri leader del Governo e con il ministro Grillo per nomine tecniche. Insomma, se proprio ci sono dei nemici di certo non arrivano dalla capitale, pare di capire dal discorso del presidente.

La mozione alla fine incassa la fiducia, mentre i Cinque Stelle abbandonano l’aula.

“Il Consiglio regionale – dicono – non può avere alcun ruolo nell’iter per la nomina del Commissario ad acta che spetta al Consiglio dei Ministri previa indicazione del Ministro competente, quindi l’atto portato in Consiglio non ha alcun senso. Inoltre è inverosimile chiedere al MoVimento 5 Stelle di appoggiare la nomina del governatore a commissario ad acta dato che per noi la politica in Sanità ha semplicemente fallito: lo ha dimostrato la gestione Iorio e lo ha confermato la gestione Frattura”. 

Nelle ore che verranno è un susseguirsi di comunicati stampa dei consiglieri di centrodestra che plaudono a un’iniziativa e che invocano la nomina del governatore. Si scomoda perfino la parlamentare di Forza Italia, Anna Elsa Tartaglione, che rivolge un appello agli alleati di coalizione, affinché possano non consegnare il destino della regione nelle mani di figure esterne che non conoscono la nostra realtà e le esigenze e problematiche di questa comunità”.

Poco dopo è la volta dei parlamentari molisani dei Cinque Stelle per i quali, invece, “i legami tra sanità pubblica e privata tremano come mai avvenuto in passato”.

Per l’ennesima volta in via IV Novembre va in scena il teatrino della politica. Intanto, fuori da quella stanza si continua a morire di malasanità. Casi per i quali, una volta avvenuti, tutti si metteranno alla ricerca di un colpevole, senza ammettere che quei morti si sarebbero semplicemente potuti evitare.

Redazione

CBlive

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