Biomasse, la Regione revoca i permessi per vizi documentali alla Di Zio Costruzioni che chiede un maxi-risarcimento. Intanto, la Civitas attende l’udienza del Tar di fine mese
La società Di Zio Costruzioni, che si è vista revocare dalla dirigente del servizio regionale per le Politiche energetiche, Angela Aufiero, il permesso per la costruzione dell’impianto a biomasse a Campochiaro, ha chiesto un risarcimento di 24 milioni di euro. Il triplo di quanto aveva chiesto, sempre a titolo di risarcimento, la Civitas: 8 milioni e mezzo di euro. E quest’ultima società attende la decisione del Tar, giovedì 29 gennaio 2015, dopo il ricorso proposto a seguito del ritiro delle autorizzazioni avvenuto lo scorso mese di novembre.
L’annullamento delle autorizzazioni 23 e 24 del 23 giugno 2014 c’è stato nel pomeriggio odierno, giovedì 22 gennaio 2015, con le determine dirigenziali, numeri 3 e 4, relative rispettivamente alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di energia elettrica da biomassa-pollina della potenza di 5 Mwe nel comune di San Polo Matese, rilasciata alla ditta Di Zio costruzioni meccaniche SpA e alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di energia elettrica da biomassa vegetale legnosa della potenza di 0.999 Mwe nel comune di Campochiaro rilasciata alla ditta Civitas.
“Tali provvedimenti – si legge nella nota stampa inviata dal Governatore Frattura – giungono a conclusione del procedimento di riesame avviato a seguito, tra l’altro, dell’invio da parte del presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, al Servizio politiche energetiche dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale ad oggetto ‘annullamento in autotutela delle autorizzazioni agli impianti a biomasse ricadenti nei comuni di Campochiaro e San Polo Matese’ e, successivamente, alla revoca delle stesse già disposta dal presidente della Regione”.
I provvedimenti hanno rilevato carenza documentale con vizi che attengono alla procedibilità, alla completezza e alla regolarità delle istanze e dei progetti e vizi di istruttoria.
Intanto, in questa guerra politico-giudiziaria, si inseriscono anche i ricorsi dei comuni interessati dall’installazione delle centrali a biomasse e delle associazioni che si sono, sin da subito, posti a tutela della salubrità ambientale. Senza escludere che gli scenari potrebbero cambiare ancora giovedì prossimo, 29 gennaio, quando il Tar deciderà sul primo ricorso della Civitas.