Asrem, si dimette il direttore generale Pirazzoli. Il manager: “Il sistema sanitario regge per miracolo. In un anno e mezzo persi 400 dipendenti. Servono nuove assunzioni, la legge non lo permette”
CRISTINA SALVATORE
Il direttore generale dell’Asrem, Mauro Pirazzoli, ha comunicato, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Vitale, che lascia il suo incarico. Questa volta la politica non c’entra niente, ma il manager originario dell’Emilia Romagna abbandona per un motivo strettamente familiare. Una decisione obbligata, assunta, come lo stesso Pirazzoli ha affermato, con “dispiacere per un bilancio positivo della mia attività”.
La decisione, improvvisa, ha spiazzato i vertici della Regione Molise, che ancora non è in grado di nominare un successore, così l’ormai ex direttore generale continuerà a gestire l’Asrem, portando avanti le pratiche in corso.
“Non so esprimere – ha sottolienato infatti Frattura – il dispiacere nel dover salutare anticipatamente questa validissima collaborazione, ma comunico che ho estorto al dottor Pirazzoli un impegno ad accompagnarci, anche se non nelle vesti di direttore generale, nella definizione di alcuni aspetti per noi fondamentali sui quali si basa la riorganizzazione del sistema sanitario regionale forte, lui e noi, soprattutto dell’esperienza maturata nella riorganizzazione dell’azienda ospedaliera di Tor Vergata. Primo esperimento di integrazione tra strutture. Ho chiesto il tempo necessario di accompagnamento al direttore perché si possa individuare il successore.”
Pirazzoli ha poi approfittato dell’occasione per parlare delle problematiche della sanità molisana, parlando di “miracolo” di come si sia retto il sistema. “Le questioniirrisolte – ha detto – sono tante e spesso molto vecchie. Sono ad esempio più di 400 le unità del personale andato via in un anno e quattro mesi e questo ha comportato disservizi e disagi. La nuova normativa di fatto determinerebbe un incremento del personale del 15% di quello che c’ era prima. Le parti che soffrono di questa difficoltà sono tante. I piani operativi vanno approvati in fretta. Occorre una riorganizzazione della rete ospedaliera. I reparti operano con estrema difficoltà e sacrificio da parte dei professionisti e da questo blocco di assunzioni dobbiamo venirne fuori. Le strutture – ha chiosato Pirazzoli – hanno bisogno di personale giovane e nuovo per integrare le carenze con nuova linfa. Occorre restituire aria fresca in reparti in cui l’ età media supera i 55 anni. I turni di notte sono pesanti per chi ha più di 50 anni, mentre un giovane affronta diversamente queste problematiche. A dicembre scorso, emergeva una carenza del personale medico particolarmente importante in Pronto Soccorso, anestesia, ortopedia, ostetricia e in tutti quei reparti legati alla rete delle emergenze. Dobbiamo trovare nuove soluzioni ma va considerato che stiamo operando in una situazione di difficoltà. Nei prossimi giorni – ha concluso – le cose dovrebbero migliorare per alcune azioni intraprese”.
Sul blocco del turnover si esprime anche il Presidente della Regione Molise. ”L’emorragia importante di personale medico ed infermieristico, – dice Frattura – avrebbe potuto portare problemi per più grossi di quelli avuti. Tranne qualche disservizio che oggettivamente c’è stato, onestamente la situazione sarebbe potuta degenerare in considerazione della così tanta numerosa mancanza di personale. Quindi – continua Frattura – un grazie al personale che si è sacrificato, ma soprattutto un grazie a chi, alla guida dell’azienda, è riuscito a non dare un disservizio al paziente-utente. La qualità del lavoro è nei fatti. Noi in un anno siamo riusciti ad invertire la qualità del rapporto con il tavolo tecnico. Abbiamo portato a casa una già condivisione da un punto di vista sanitario della proposta di riorganizzazione.”
A fine conferenza il presidente Frattura annuncia, quindi, che occorre arrivare al più presto ad una approvazione definitiva dei piani operativi. “Quei 170 milioni di mutuo – le parole del numero uno del Molise – che non saranno addebitati ai cittadini, ci mettono nelle condizioni di auspicare la firma per l’ accordo dell’attuazione dei piani di rientro quanto prima. Il sottoscritto non perderà tempo. Voglio precisare che queste somme saranno a carico di altre regioni che investono sulla proposta di riorganizzazione e non a debito dei cittadini. Il privato convenzionato deve poter produrre assistenza sanitaria. Per produrre assistenza sanitaria ha bisogno di posti letto. All’interno del budget, considerando i due erogatori principali, Neuromed e Fondazione, Neuromed sviluppa oltre l’80% di mobilità attiva, vuol dire che dei 150 posti letto , 30 sono per i pazienti regionali e 120 sono per i pazienti extra regionali. La fondazione ha una mobilità attiva del 40%, quindi dei 100 posti letto, 40 sono per i pazienti extra regionali e 60 per i pazienti regionali. Se solo volessimo sottrarre dal totale dei posti assegnati al privato convenzionato i posti letto destinati a pazienti che vengono da fuori regione avremo abbondantemente ridotto quella percentuale. Si prevedono 3,7 posti letto ogni 1000 abitanti, quindi lo 0,037% rispetto ai cittadini residenti. Quello è il dimensionamento massimo dei posti letto. Il dimensionamento reale si costruisce sulla base dell’offerta sanitaria e del livello di occupazione dei posti letto. Perché è vero che noi tagliamo un numero importante di posti letto, ma è anche vero che dalle cartelle cliniche viene fuori la reale ed effettiva richiesta di posti letto per curare i pazienti molisani. Quindi se il totale dei posti letto pari ad 800 è ben al di sotto dei 960 accreditabili, tutto questo dipende dal fatto che gli 800 posti riescono a soddisfare la domanda di cure sanitarie in base alle discipline presenti. All’interno di quegli 800, 160 posti valgono esattamente il 20% di posti dedicati a pazienti che vengono da fuori regione. Quindi non c’è questa sovraesposizione nell’organizzazione sanitaria regionale del privato convenzionato rispetto al pubblico”.
“La responsabilità della scelta – conclude Frattura – sta in capo a qualcuno e quel qualcuno non intende delegarla a nessuno.”
IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA.