Aree interne: una piattaforma in 10 punti per rafforzare le strategie di intervento
Riportare le aree interne al centro dell’agenda della politica regionale, nazionale e soprattutto di quella europea, individuando risorse e strumenti adeguati a fermare lo spopolamento e rilanciare i territori periferici ed ultraperiferici dell’Italia e dell’Unione.
Ieri, a Campobasso, nel corso del seminario “L’Europa dei cittadini. 10 proposte sulle Aree Interne”, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani ha presentato l’Agenda delle Aree Interne. La piattaforma programmatica in dieci punti, tesa a sviluppare gli interventi in atto e futuri volti al rafforzamento della dotazione di infrastrutture necessarie per l’erogazione dei servizi fondamentali di cittadinanza (salute, istruzione, mobilità, ecc.) e lo sviluppo di nuova occupazione.
Un incontro di carattere nazionale, il primo di una serie che porterà Anci a presentare le sue proposte anche in Europa, al quale hanno partecipato numerosi esponenti politici, istituzionali e del partenariato sociale, dove è stato anche illustrato lo studio Ifel, che prevede un regime di defiscalizzazione per le attività economiche che insistono nelle aree interne.
Per superare gli squilibri territoriali, c’è necessità di essere molto concreti nelle azioni e altrettanto puntuali nelle proposte, ha affermato in apertura dei lavori Micaela Fanelli, Consigliere regionale del Molise e membro del Comitato delle Regioni a Bruxelles. Un appello raccolto nei saluti istituzionali dal presidente della Regione Molise Donato Toma, dal presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone, dal sindaco di Campobasso Antonio Battista e dal presidente di Anci Molise Pompilio Sciulli, nel sottolineare la necessità di cementare la rete istituzionale dei soggetti interessati, ma soprattutto di accelerare i tempi della programmazione e liberare le risorse già esistenti.
I dieci punti oggetto dell’Agenda sono stati illustrati da Francesco Monaco, responsabile Anci Area Mezzogiorno e Politiche per la coesione territoriale, iniziando dal promuovere un’agenda europea delle aree interne; rendere le politiche “ordinarie” più attente alle esigenze delle “aree interne”; attuare la Strategia nazionale per le aree interne (SNAI) e consolidare il metodo di intervento; avviare per le “aree interne” un nuovo ciclo di investimenti nazionali e delle politiche per la coesione territoriale; promuovere un grande piano di tutela e valorizzazione dei servizi eco sistemici e di manutenzione idro-geologica del territorio; istituire le zone economiche rurali (ZER) per fermare la desertificazione economica delle “aree interne”; avviare una stagione di piani regionali per lo sviluppo delle “aree interne” per rafforzare l’agenda nazionale; rafforzare il quadro ordinamentale per migliorare la capacità politica e amministrativa delle “aree interne”; rifinanziare e attuare la legge sui piccoli comuni; favorire un ricambio generazionale nelle amministrazioni locali per rispondere alle sfide di cambiamento delle “aree interne” e migliorare la capacità di progettazione locale.
Argomenti sui quali si è sviluppata la discussione, coordinata dal responsabile della Comunicazione Anci Danilo Moriero e del direttore della rivista “Il Bene Comune” Antonio Ruggeri, nella quale sono intervenuti Alessandra Bonfanti, responsabile Piccola Grande Italia\Legambiente; in video conferenza Enrico Borghi, deputato del Partito Democratico; Massimo Castelli, Coordinatore Piccoli Comuni Anci; Davide Marino, Centro Aria Università del Molise; Paolo Prosperini, Coordinatore del Gruppo di Supporto al DPS/ UVER –Presidenza del Consiglio dei Ministri – nell’ambito del Comitato interministeriale per la “Strategia Aree Interne” e il deputato della Lega Matteo Bianchi, anche membro del CdR e Delegato Anci per le Aree Interne, che ha annunciato l’appostamento aggiuntivo di 30 milioni annui da parte del Governo nel Documento di Economia e Finanza per la SNAI.
Riconoscere nei nuovi regolamenti europei la dimensione delle aree interne e delle realtà periferiche, concentrando nella prossima programmazione più risorse, fino alla creazione di una “lobby europea” delle realtà comunali, che possa incidere più direttamente nelle politiche dell’Unione, guidando a Bruxelles le decisioni del Parlamento e della Commissione, le conclusioni della giornata affidate ad Andrea Cozzolino, europarlamentare e Vice Presidente della Commissione Sviluppo regionale del Parlamento Europeo. Come relatore del nuovo regolamento del fondo di sviluppo regionale, in particolare, Cozzolino ha raccolto la proposta di ANCI di appostare il 10% delle risorse per i territori e dedicare almeno il 4% del nuovo fondo alle aree interne.
Infine, Micaela Fanelli ha espresso grande soddisfazione per il filo rosso tracciato tra i vari interventi e le diverse visioni sulle aree interne, affermando come a Campobasso sia stato tracciato un percorso forte e strutturato per il rilancio delle aree interne, con certezze di risorse e concretezza delle proposte – come quella della certezza del finanziamento dell’area del Matese, del Fortore, di Agnone/Frosolone e Trivento e delle Mainarde – avviando il percorso di costruzione di una associazione europea che, come per le grandi città, favorisca la creazione di una rete europea per una lobby efficace.