Gli interinali di Molise Acque vanno a casa dopo anni di lavoro, Micone e Di Lucente contestano le delibere del CdA, organismo nominato con i poteri sostitutivi del Presidente del Consiglio regionale
I due consiglieri regionali chiedono la testa del presidente Giuseppe Santone
“Esistono delle storture nel nostro Molise che sono intollerabili – spiegano i consiglieri regionali Salvatore Micone e Andrea Di Lucente – Una di queste è il trattamento riservato da Molise Acque alla cinquantina di interinali che da anni lavora alle proprie dipendenze. L’esperienza di padri e madri di famiglia è stata cancellata con un colpo di spugna, attraverso due delibere del Consiglio d’Amministrazione (le numero 43 e 44). Cosa accadrà loro adesso? Ce lo sa dire il presidente Santone?”.
Per i due consiglieri regionali “intollerabile è l’atteggiamento nei confronti di lavoratori che, a fronte di uno stipendio bassissimo, hanno offerto sempre grande professionalità e disponibilità. Ora, però, si ritrovano da un giorno all’altro a casa. E non perché non serva più la loro opera, ma solamente per una scelta aziendale di cui tutti ci meravigliamo, a partire dal sindacato”.
Nei giorni scorsi, infatti, s’era tentato di trovare una strada per la stabilizzazione degli interinali di Molise Acque senza arrivare all’accordo. “Leggiamo da una nota di Cgil, Cisl e Uil che non si tratta di mancanza di volontà dei sindacati che, rimarcano, come questi lavoratori siano di fatto già considerabili quali dipendenti di Molise Acque in virtù di specifiche norme di legge. Il presidente del Cda ha ignorato tutto questo, ma soprattutto ha calpestato la dignità di lavoratori che si sono spesi per l’azienda ormai da un decennio. Che sono stati formati con soldi pubblici, che consentono di effettuare un lavoro non divenuto superfluo, ma ancora necessari, tanto che si sta cercando un modo per garantire la continuità. Allora la domanda è: perché mandarli a casa? Se la motivazione è grave, allora che il presidente della giunta Toma ne riferisca in consiglio. Se, invece, si tratta di una ripicca o di una scelta per far posto ad altre persone, lo schiaffo nei confronti di tutto il Molise è talmente forte e insopportabile da richiedere l’immediata dimissione del presidente del Cda Santone. La condivisione di scelte aziendali così importanti è obbligo di un presidente che, ormai, dovrebbe aver compreso che è necessario spogliarsi dei panni del commissario”.