Bilancio, Scarabeo e Tedeschi chiedono “la sospensione prudenziale del Consiglio regionale fino alla decisione del TAR”
“Spetta al TAR Molise decidere se tutta questa strana storia sia legittima o no, e pertanto sarebbe il minimo sperare che il Consiglio regionale sospenda prudenzialmente i lavori fino alla imminente decisione cautelare. Se non per noi, almeno per rispetto del Giudice”. A scriverlo, in una nota, i due consiglieri regionali supplenti Massimiliano Scarabeo e Antonio Tedeschi.
“Non c’è bisogno di aspettare nessuna sentenza, invece, per esprimere un giudizio politico. Comunque la si pensi e in qualsiasi parte politica ci si collochi, destra sinistra o M5S, nemmeno nei fumetti horror sarebbe concepibile assistere a un Consiglio regionale che vota il Bilancio con la partecipazione degli stessi Assessori che lo hanno approvato in Giunta; assessori che nonostante la revoca restano tali in regime di prorogatio, e quindi sono incompatibili con la funzione di consiglieri; opera senza la Giunta, anzi con una Giunta composta dal Presidente e dal suo segretario personale, Tiberio, nominato per fare da “ponte” nelle more dell’abrogazione della legge elettorale (“se mi serve la Giunta, ho la Giunta” Toma); Cambia le regole del gioco a partita in corsa, modificando la legge elettorale ‘dopo’ le elezioni e quindi modificando l’espressione del voto; abrogando la legge regionale, sottrae al Tar il potere giurisdizionale di decidere, rimanendo solo la possibilità di un intervento della Corte Costituzionale, con i tempi che conosciamo; il tutto, nelle more della pronuncia cautelare del Presidente del Tar Molise che rischia di essere vanificata se vanno avanti e non si fermano”, continua la nota stampa.
“Poteva Micone, con un atto monocratico, estrometterci prima’ancora che il Consiglio, a cui la legge attribuisce il relativo potere, si pronunciasse?”, si chiedono Scarabeo e Tedeschi.
Intanto, gli avvocati Pino Ruta, Margherita Zezza e Massimo Romano valutano i presupposti per una segnalazione al Presidente della Repubblica ai sensi dell’art. 126, comma 1, della Costituzione, per cui “con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge”.