Nella sede del Consiglio regionale si è svolta la conferenza stampa dei consiglieri Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla, indetta dopo la non approvazione della proposta di legge del Gruppo Pd per garantire, dalla prossima legislatura, la presenza di entrambi i generi negli organi di governo della Regione Molise.
“Una delle pagine più buie di questa legislatura – il primo commento del capogruppo Fanelli – nel metodo e soprattutto nel merito. Perché con il diniego alla proposta della quota rosa in Giunta, si è innanzitutto bocciato un principio etico e di civiltà. Si è deciso, ancora una volta, di negare l’uguaglianza dei sessi in una regione che non conosce parità sul lavoro, che non riconosce strumenti attivi per favorire l’impiego femminile (per gli asili nido e le classi primavera abbiamo dovuto promuovere mille battaglie quest’anno), che non ha nelle proprie corde la promozione di nessuno degli strumenti per favorire le positive actions. Si è negata, inoltre, la possibilità di tornare ad emendare la legge, migliorarla, trovare la convergenza fra tutte le forze politiche su un argomento dove il tatticismo, le differenze, gli steccati devono essere superati, per proiettare il Molise verso il futuro, invece di tenerlo ancorato al passato”.
“Una profonda scorrettezza anche sul versante della prassi sempre adottata in Consiglio Regionale – ha aggiunto il consigliere Facciolla – dove la prassi istituzionale e il rispetto fra colleghi ha sempre portato al rinvio degli ordini del giorno, quando richiesto, alla seduta successiva. Così accaduto quando la maggioranza ci ha chiesto di rinviare la discussione della nostra proposta di legge, che ricordiamo era stata licenziata in Prima commissione, anche con i voti favorevoli dei consiglieri di maggioranza”.
Nel corso della conferenza stampa, è stata data lettura anche delle note fatte pervenire dalle consigliere Filomena Calenda e Aida Romagnuolo. La prima che ha ricordato di aver sempre sostenuto l’emendamento che avrebbe garantito, dalla prossima consiliatura, la rappresentanza di genere nell’esecutivo, e quindi la presenza di quote rosa. Rammaricata del fatto che mentre l’Umbria ha eletto un Presidente della Regione donna, in Molise, la cultura maschilista, numericamente superiore, detta le regole. Mentre Aida Romagnuolo, nella sua nota, riferendosi a quanto accaduto martedì sera in Consiglio, ha parlato “dell’ennesimo colpo mortale inferto ad un Molise che non ha nessuna voglia di morire. Un voto, ha continuato, dal quale dissociarsi, perché contro i molisani, perché contro una legittima, giusta, corretta proposta di legge che prevedeva la presenza di una donna in Giunta”.
La consigliera dei 5 Stelle Patrizia Manzo, che in aula ha votato a favore della proposta di legge, (diversamente dai colleghi Nola e De Chirico) attraverso un comunicato stampa, ha affermato che la norma sulla rappresentanza di genere avrebbe meritato più rispetto, anziché arroccarsi dietro un iniquo immobilismo che rischia troppo spesso di cristallizzarsi in quel triste fenomeno definito esclusione sociale.
In conclusione, è stato ricordato che la battaglia per la parità di genere non è ancora terminata e che dinanzi al Tar Molise pende il ricorso contro i decreti di nomina degli Assessori, tutti uomini, in violazione dell’articolo 51 della Costituzione e delle leggi europee, che garantiscono la presenza delle donne negli organi esecutivi delle istituzioni. “Così come avviene nelle altre Regioni italiane, tranne in Molise”, hanno concluso Fanelli e Facciolla.