Palazzo D’Aimmo, parte della maggioranza contro Micone. Iorio: “Nomine da basso impero”. Romagnuolo: “Ultimo capolavoro di un centrodestra affamato di poltrone”
“Mai nella storia politica si è visto utilizzare metodi penalizzanti per la scelta delle amministrazioni degli enti in quota ai partiti di maggioranza. Solo in Molise si poteva assistere ad una vera e propria azione discriminatoria nei confronti di un gruppo politico che ha contribuito alla vittoria elettorale con 5.200 voti. Discriminazione dovuta solo e semplicemente al fatto che quel gruppo politico si è contraddistinto da una lista che porta il mio nome”. Il pesante attacco è dell’ex governatore Michele Iorio.
“Mi riferisco – prosegue Iorio – alle nomine fatte dal presidente Micone per il CdA di Molise Acque di cui un componente sarebbe spettato, secondo quanto deciso davanti a tutti in maggioranza e di cui il presidente Toma si era fatto garante, al gruppo “Iorio per il Molise”. Micone ha tradito la fiducia che io stesso gli avevo concesso quando ho acconsentito che a decidere fosse lui e non il Consiglio regionale. Avrebbe potuto almeno salvare la faccia con una telefonata che ne spiegasse i motivi. Questo dal punto di vista della ripartizione delle cariche che in politica sono d’obbligo per il buon andamento di una coalizione”.
“La delusione del metodo e del comportamento – l’affondo del consigliere regionale di maggioranza – di chi dovrebbe essere il principale garante degli accordi politici presi alla luce del sole e degli equilibri di maggioranza lascia il posto ad una considerazione che può essere una consolazione dal punto di vista politico ma non da quello pratico per il bene del Molise: si tratta infatti di nomine da basso impero a cui il presidente Micone ha proceduto seguendo un principio logico, perché di fatto ha ricollegato la vecchia maggioranza di centrosinistra. Oggi i vari componenti dei vari partiti, movimenti o soggetti singoli che sono soliti spostarsi da un parte all’altra si ritrovano ancora insieme appassionatamente in tutti gli angoli della Regione Molise sotto le finte spoglie di un centrodestra che ideologicamente non esiste ma è rappresentato da semplici gestori di una fetta di potere all’arrembaggio”.
“Sulle nomine – l’attacco dell’altra consigliera regionale di maggioranza Aida Romagnuolo – l’ultimo capolavoro di una maggioranza sempre più affamata di poltrone. Ovviamente con la solita furbizia e con la scusa (di proposito) che le nomine non sono state trattate in Consiglio Regionale, con in mano il loro personale manuale Cencelli, in una afosa torrida giornata di luglio, si sono spartiti altre poltrone con il solito comportamento tipico del poltronoficio politico molisano e, tutto questo, tra una sagretta paesana e una festa della birretta, mentre il Molise e i molisani muoiono di fame”.