Mazzuto si dimette, Toma chiede di ritirarle ma apre la fase di riflessione e confronto con i vertici nazionali della Lega. La sfiducia non passa con un 10 a 10. Il Consiglio regionale dura cinque minuti in un clima di tensione
L’ennesimo Consiglio regionale surreale. È successo di tutto nell’aula di via IV Novembre nel pomeriggio di oggi, venerdì 5 luglio 2019, davanti agli attoniti ex dipendenti dell’Ittierre. Convocato alle 14, l’assise regionale ha preso il via dopo le 16 per durare poco più di cinque minuti. Il tempo per il governatore Donato Toma di leggere le dimissioni dell’assessore al Lavoro, Luigi Mazzuto, “che ha rimesso nelle mani del Presidente della Giunta regionale del Molise la carica assessorile in quota Lega”, prima di procedere alla votazione della mozione di sfiducia.
Il governatore Toma, comunque, ha annunciato come chiederà a Mazzuto di ripensarci, ritirando le proprie dimissioni. Il Presidente della Giunta regionale ha preso tempo, ribadendo la necessità di un periodo di riflessione, che precederà “una fase di concertazione anche con i vertici nazionali della Lega, già a partire dalla prossima settimana”.
Problemi su problemi per il governatore Toma, che dovrà verificare come gestire gli equilibri interni alla Lega, anche se il partito del Carroccio non è più rappresentato in Consiglio regionale da nessun consigliere.
La mozione di sfiducia non ha avuto esito favorevole, ma il dieci a dieci con cui è stata respinta non fa dormire sonni tranquilli Toma e la sua squadra di governo. Dopo poco più di un anno, in Consiglio regionale già vige un sostanziale equilibrio tra maggioranza e opposizioni. A votare a favore della sfiducia per l’assessore al Lavoro, i sei esponenti del Movimento 5 Stelle, i due rappresentanti del PD, oltre alle consigliere Romagnuolo e Calenda. Assente Scarabeo, che già in una precedente occasione di equilibrio tra maggioranza e opposizioni risultò assente dalla seduta. Probabilmente, ancora una volta ha preferito non essere presente per non votare contro la sua maggioranza.
La giornata, ingloriosa per la Regione Molise, si chiude con Mazzuto che lascia Palazzo D’Aimmo da un’uscita secondaria per evitare il confronto con gli ex lavoratori dell’Ittierre. Padri e madri di famiglie, così come altri ex lavoratori di altri comparti, sempre più abbandonati da una terra che non sembra avere più futuro.
“Finisce una giornata drammatica per la maggioranza regionale – ha affermato Micaela Fanelli, capogruppo del Partito Democratico a Palazzo D’Aimmo – Prima le dimissioni di De Matteis che, come da noi scoperto, era stato nominato in violazione della legge Madia. Poi la crisi vera. Toma sfiduciato due volte: dalla sua maggioranza, poiché ha chiesto di fare quadrato su Mazzuto e ha ottenuto un niet. E poi si autosfiducia dicendo che la posizione la decide la Lega. Che significa? Che non ha il timone su nulla, né sulla sua maggioranza, né sulla scelta che ne conseguirà, visto che dovrà attendere le indicazioni che arrivarono da Pontida. La nostra mozione di sfiducia non passa, ma non importa, poiché il vaso è scoperchiato. Incapacità politica e amministrativa. Consumato tutto in un clima pesantissimo. I lavoratori presenti senza risposta perché senza assessore e senza amministrazione capace di darne. Un senso di forte frustrazione da parte di tutti, noi Consiglieri che avremmo voluto proseguire con gli ordini del giorno iscritti in Consiglio, rinviato al 16 luglio. Incredibile. Le istituzioni regionali mai state così indifese e deboli. Alla fine, né gli ex lavoratori ittierre, né gli altri lavoratori del Molise hanno qualcuno che si occupi di loro. Che periodo nero. Noi proponiamo un nuovo slancio. Una visione e risposte concrete e quotidiane. La priorità nelle assunzioni, dopo gli ammortizzatori che non bastano. Ma soprattutto un disegno di futuro, di speranza. Quello che oggi questa maggioranza ha già dimostrato di non saper assicurare ai molisani”.
“Ovviamente sono commossa ed emozionata per il risultato ottenuto – scrive, invece, la consigliera regionale Aida Romagnuolo – Una prima vittoria dei molisani e di tutto il Molise, quello della povera gente, dei disoccupati, quello che vive quotidianamente di problemi reali, che non arriva lla fine del mese. Spero che il presidente Toma, dopo le dimissioni presentate da Mazzuto come assessore regionale al lavoro e alle politiche sociali, le accetti immediatamente senza tentennamenti e senza esitazione, riconsegnando al Molise e ai molisani un assessorato vitale che molto potrà fare. Spero naturalmente, e non voglio crederci, che non sia la solita farsa della vecchia politica e cioè, che il presidente Toma si sottragga a questa decisione e rifiuti queste dimissioni presentate in Consiglio Regionale dallo stesso Mazzuto davanti a tutti i consiglieri. Infatti, se Mazzuto ha rassegnato le sue dimissioni, è perchè ha compreso di non avere dalla sua parte non solo tutta l’opinione pubblica molisana, ma anche tutti i sindacati, i lavoratori, i cittadini, nonchè una nutrita parte della politica molisana. Con questo gesto di rassegnare le dimissioni, Mazzuto ha riconosciuto la sua inadeguatezza al ruolo ricoperto fino ad oggi. Una sonora sconfitta per chi come lui in oltre un anno, poco o niente ha fatto per i lavoratori molisani e per le categorie protette. D’altronde, Mazzuto non è stato mai eletto e nè ha voluto candidarsi nelle liste della Lega alla Regione, anzi si è sempre rifiutato e, nonostante questo, percepiva 12.500,00 euro al mese. Se il Presidente Toma, invece di riconoscere le dimissioni come atto e fatto politico, le rifiutasse asserendo che deve discuterne con i dirigenti nazionali della Lega e lascerebbe Mazzuto a quel posto, sarebbe questo, un atto di inaudita gravità con tutte le conseguenze che il caso potrà per il futuro riservare. Ovviamente, se Toma decidesse di tenersi in Giunta Mazzuto, presto in Consiglio regionale tornerà la mozione di sfiducia nei suoi confronti”.