A undici giorni dalla presentazione delle liste per le amministrative di Campobasso, il centrodestra ancora non decide. Ad oggi, la situazione vede la coalizione spaccata in due con Tramontano candidato sindaco con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia e con Corrado Di Niro, che capeggia i movimenti civici, i Popolari per l’Italia e l’UdC. E sembrerebbe che, qualora venisse confermato il nome del costruttore campobassano, anche un’altra civica, per ora battitrice libera, potrebbe affiancarsi al presidente dell’Acem.
Più di qualcuno, però, sembra essere convinto che quella in corso sarà una trattativa lunga col rischio di dare un importante vantaggio agli avversari. Diciamolo pure: un vero e proprio negoziato al massacro. Soprattutto per tutti coloro che hanno deciso di correre per uno scranno da consigliere di Palazzo San Giorgio e che al momento dinanzi agli elettori, senza il nome di chi sarà a capo della coalizione, sembrano essere davvero in imbarazzo e difficoltà.
Il centrodestra ha vinto in Abruzzo, in Sardegna e Basilicata, ma alle Amministrative esiste il voto incrociato, quel sistema che fa paura un po’ a tutti.
A scompaginare i piani di molti ci ha pensato la Lega. Ma il fulmine a ciel sereno arrivato da Salvini e Mazzuto sulla candidatura di Alberto Tramontano è giunto in realtà in un clima dove le idee erano già molto confuse.
L’accordo sul nome del consigliere di centrodestra uscente sembra non essere facile e la strategia di molti sembrerebbe più che altro quella di giocare allo sfascio, salvo poi ritrovare l’unità sperata all’ultimo secondo.
Le trattative sono ancora aperte anche a Roma, ma dal punto di vista locale la nebbia sembra aver offuscato molte menti, in modo particolare sembra aver fatto dimenticare a molti che la campagna elettorale si fa con un leader, con una squadra e soprattutto con un programma elettorale ben preciso. Forse semplici dettagli per chi in questa partita potrebbe in realtà giocarsi poltrone o strapunti per gli amici, ma agisce con delicatezza per impedire eventuali scossoni a un governo regionale, orami da mesi, alle prese con diverse frizioni interne.
Attriti molto spesso sopiti che si inficiano ora nella composizione delle liste, dove il vero problema, è rappresentato dalla mancanza di candidati. E chi avrebbe dato la propria disponibilità ai partiti tradizionali sembrerebbe,in queste ore, volerla ritirare.
Lo scenario se non si decide subito? Con una schiera di candidati sindaci e pochi candidati consiglieri disposti a metterci la faccia l’unica ipotesi probabile è quella del ballottaggio e, nel peggiore dei casi, un’anatra zoppa che fermerebbe la macchina amministrativa.
fabyab