Corecom, Santimone: “C’era l’obbligo morale di nominare un giornalista”
“In un periodo storico così difficile per il settore dell’editoria in Molise c’era la necessità e probabilmente “l’obbligo morale” di nominare all’interno del Corecom (Comitato regionale per le Comunicazioni) anche un appartenente alla categoria dei giornalisti (o in subordine un esperto, rigorosamente molisano, in materia di comunicazione). Invece, in nome di una lottizzazione politica di organismi puramente tecnici (la cui attività è fondamentale per la sopravvivenza di un settore) sono state semplicemente espresse (?) delle preferenze. Negli ultimi anni, e con risultati considerevoli, anche nel Corecom era stato avviato un percorso virtuoso, ben strutturato e delineato”. A scriverlo, in una nota, il consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Cosimo Santimone.
“Dunque, anche alla luce della recente approvazione del “Mille proroghe” e delle conseguenze che, a cascata, si ripercuoteranno sull’editoria locale, mai come in questo momento era fondamentale continuare sulla strada intrapresa che aveva prodotto risultati eccellenti certificati dall’Agcom. Si è inneggiato per mesi al «cambio di rotta, al cambio di marcia, ad una politica del rinnovamento per favorire nuove opportunità di crescita in Molise» e invece, in piena notte e con un colpo di spugna, è stato cancellato quanto di buono fatto sino ad ora. Ci si era presentati ai cittadini in modo diverso: invece abbiamo assistito, ancora una volta, ai malcostumi della “lottizzazione” che nulla hanno a che fare soprattutto con la tutela degli interessi collettivi. Il Corecom di fatto è stato risucchiato in un gorgo di giochi di partiti che hanno superato, e di gran lunga, le “manovre” appartenenti alla vecchia politica. Ripeto, queste nomine fatte famelicamente danneggiano solo la categoria dei giornalisti; avrebbero invece meritato maggiore collegialità e dialogo (con ordine e associazioni) trattandosi pur sempre di un organismo di garanzia. Questo non lo impone nessuna legge, semplicemente lo impone il buon senso. Ricordo, ma solo per dare una idea del passo indietro che ormai è stato fatto, che il Corecom, tra le tante funzioni si occupa: di stilare le graduatorie per l’accesso delle emittenti televisive ai contributi pubblici; su richiesta degli organi della Regione, cura analisi e ricerche a supporto dei provvedimenti che la Regione adotta per disporre agevolazioni a favore di emittenti radiotelevisive, di imprese di editoria locale e di comunicazioni operanti nella regione; monitorizza l’utilizzazione dei fondi destinati alle emittenti private locali per la pubblicità degli enti pubblici di cui all’art. 9, comma 1, della legge n.223/90; su richiesta dei titolari dell’iniziativa legislativa predispone analisi e ricerche specifiche a supporto dell’elaborazione delle proposte di legge regionali in materia rientrante, in tutto o in parte, nel settore delle comunicazioni; cura il monitoraggio e l’analisi delle programmazioni radiofoniche e televisive trasmesse in ambito regionale. E queste sono solo alcune delle attività del comitato regionale per le comunicazioni. Per queste e tante altre funzioni avremmo preferito al suo interno la presenza di un collega (o comunque di un esperto di comunicazione)”.