Politica

La diciottesima legislatura rischia di diventare la più breve della storia: Governo ‘di servizio’ e voto. Il Molise si prepara all’ennesima battaglia elettorale

Per Di Maio e Salvini alle urne già l'8 luglio, Mattarella propende per l'autunno o la primavera. Il Capo dello Stato auspica, qualora si votasse in estate, che la data fosse il 22 luglio

Il mancato accordo sulla maggioranza in Parlamento, che possa conferire la fiducia a un Governo stabile, manda in confusione la politica nazionale e quella locale.

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, appurato che non ci sono le condizioni per affidare l’incarico a nessuno dei leader dei movimenti politici, dovrebbe affidare l’incarico di un Governo di transizione a una figura neutrale. Compito del ‘provvisorio’ Consiglio dei Ministri, quello di approvare, anche in maniera celere, una legge elettorale, che preveda per i vincitori la certezza di una maggioranza per poter governare. Il Governo ‘di servizio’, così come lo ha definito il Presidente della Repubblica, dovrà essere composto da personalità neutrali, che possano raggiungere gli scopi prefissati senza le difficoltà che incontrerebbe un esecutivo politico.

Di Maio e Salvini, però, hanno chiesto elezioni già per l’8 luglio 2018, ovvero tra due mesi esatti. Questo significherebbe l’inizio di una nuova campagna elettorale già tra pochi giorni, mentre per i partiti vorrebbe dire iniziare a pensare ai nomi da schierare in campo. Contro il voto estivo la chiara posizione di Forza Italia, mentre il Partito Democratico ha rivolto il proprio plauso al senso di responsabilità del Quirinale nella gestione dell’intricata questione.

Per Mattarella in caso di elezioni in piena estate, la data giusta sarebbe il 22 luglio. Per la prima volta, gli italiani si troverebbero a votare due volte nello stesso anno per le elezioni Politiche, ma soprattutto in piena estate. Con il serio rischio di un alto astensionismo.

Mattarella preferirebbe, comunque, che il Governo ‘di servizio’ resti in carica fino a dicembre: il tempo per approvare la legge elettorale e, soprattutto, dare l’ok alla manovra finanziaria a fine anno. Diversamente, l’Italia rischierebbe di dover ricorrere all’esercizio provvisorio con tutte le conseguenze del caso.

La data delle elezioni sarà decisa dai partiti e non tutti sono propensi per un voto estivo.

Il dibattito politico si infiamma anche in Molise con l’esperienza dei parlamentari della ventesima regione d’Italia nella diciottesima legislatura, che rischia di essere più breve del previsto. Con le orecchie tese alla questione i senatori pentastellati Luigi Di Marzio e Fabrizio Ortis, i deputati a 5 Stelle, Antonio Federico e Rosa Alba Testamento, l’onorevole di ‘LeU’, Giuseppina Occhionero, e l’inquilina di Montecitorio di Forza Italia, Annaelsa Tartaglione.

I partiti molisani, comunque, non sarebbero pronti a una nuova campagna elettorale, anche perché i ‘big’ di ogni schieramento hanno già trovato sistemazione a Palazzo D’Aimmo. E, in tal senso, potrebbero tornare in auge i nomi degli uscenti, che non sono stati candidati o eletti: a iniziare dal governatore Frattura, agli ex assessori regionali Nagni e Veneziale, gli ex consiglieri regionali Totaro, Petraroia, Ciocca, Di Pietro. E così via. Si può dire che inizia, ufficialmente, il toto nome sui prossimi aspiranti molisani al Parlamento.

Redazione

CBlive

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