Ulivo 2.0, per la Fanelli “iniziativa individuale al di fuori del PD. Il partito è quello che si riconosce nell’assemblea. Il resto? Un pezzettino che andrà da solo o che tornerà alla base”
A poche ore dalla convention al Dopolavoro Ferroviario di Campobasso, dove è andata in scena la prima riunione programmatica dell’Ulivo 2.0, il movimento organizzato dal senatore piddino, Roberto Ruta, insieme al deputato Danilo Leva e ad altri dissidenti democratici, è la segretaria regionale del Partito, Micaela Fanelli, a rispondere e a delineare un primo quadro di quelli che potranno essere, in un futuro nemmeno tanto lontano, i possibili equilibri politici in vista delle regionali 2018.
“L’Ulivo 2.0 – dice la Fanelli – non è altro che un’iniziativa individuale che il partito non riconosce. Ovviamente sono rispettosa delle iniziative di tutti, ma necessita ricordare che il partito è quello in via Ferrari, ed è sempre e solo quello che si rispecchia nella procedura ufficiale deliberata dall’assemblea. Proprio in quest’ultima occasione, mi sembra che Ruta abbia avuto una sonora sconfitta nella richiesta di primarie, ecco perché l’Ulivo 2.0 non può che essere considerato come qualcosa di individuale”.
La segretaria, poi, si sbilancia annunciando, come presto anche dai vertici nazionali arriverà la mancata legittimità all’Ulivo 2.0 di Ruta.
La Fanelli apre, tuttavia subito dopo, alla possibilità di potersi ricompattare. “É tempo di restare uniti guardando a sinistra”, dice evidenziando subito dopo che “i voti si fanno senza veti”. In questo caso il riferimento è “sia ai veti posti sulle persone che quelli attivati sui progetti della coalizione e dei movimenti”.
“Continuo a essere molto rispettosa con chi, – prosegue – come ad esempio Rialzati Molise o l’ex Molise di tutti, ha amministrato e governato con noi. La coalizione crede molto nell’amministrazione sostenuta quattro anni fa dagli stessi Ruta e Leva, così come crede nell’attività politica”.
“Mi auguro che si possa arrivare uniti – sottolinea ancora la Fanelli che alla fine apre a ipotesi primarie: “Se Ruta lo vorrà, – dice – allora dovrà avanzare la propria candidatura”.
Poi la stoccata dietro ciò che sembra inizialmente un appello. “Confido nell’intelligenza, perché credo che andando insieme si vince. Se un pezzettino piccolo del partito vuole andare separatamente, perché non riconosce questa maggioranza, posso solo dire che, a mio avviso, si tratta di un errore metodologico e concettuale che si dimostra anche un po’ ingeneroso per chi sta lavorando a iniziative, regionali e nazionali, tipicamente di sinistra. Al momento abbiamo sette liste, una maggioranza molto forte, ma credo comunque che ci siano tutte le condizioni per lavorare insieme”.
La bordata finale, in effetti, la Fanelli la lancia, guardando e ponendo il confronto proprio con il panorama nazionale. “Ho qualche timore che Bersani che non riconosceva Renzi all’interno del partito, lo riconoscerà fuori dal partito, proprio come ciò che sta accadendo qui, nonostante – conclude – io continui a confidare nell’intelligenza”.
fab.abb.