Undici firme per la sfiducia al governatore Toma: Iorio, Calenda e Romagnuolo daranno seguito alla mozione o ennesimo bluff?
Ennesimo colpo di scena in Consiglio regionale, riunitosi questa mattina, proprio quando dinanzi a Palazzo D’Aimmo in tanti si erano dati appuntamento per la protesta ‘Cacciamoli’.
Le minoranze e quindi, i consiglieri del Partito Democratico e del movimento Cinque Stelle hanno presentato una mozione di sfiducia al presidente Toma. Ai sei esponenti di opposizione si sono aggiunte anche le firme dell’ex presidente Iorio e delle consigliere Calenda e Romagnuolo.
“Abbiamo 11 firme sotto la mozione di sfiducia a Toma. Oltre alle nostre, quelle della minoranza compatta, ci sono anche quelle dei consiglieri Iorio, Calenda e Romagnuolo. Abbiamo, per la prima volta, il numero sufficiente per mandare a casa Toma, per chiudere questo capitolo drammatico per noi molisani, per chiudere definitivamente una porta e provare a far ripartire il Molise”, il commento del consigliere e segretario PD, Vittorino Facciolla.
“Allo sfacelo della gestione della sanità regionale, alla totale assenza di programmazione, al clima di tensione crescente tra i cittadini, ha contribuito anche l’inadeguatezza di Donato Toma. Inadeguatezza politica e tecnica visto il suo ruolo al vertice della Protezione civile – scrivono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle – Questa mattina abbiamo presentato la mozione di sfiducia al presidente di Regione insieme al resto dell’opposizione. Sotto quell’atto ora ci sono 11 firme, quante bastano a far decadere Toma dalla carica di presidente. Sono comprese quelle di alcuni componenti del centrodestra: vedremo se apposte in maniera strumentale o meno. Ad ogni modo Toma dovrebbe prendere atto del proprio fallimento e dimettersi. Da giorni il presidente sta cercando di fuggire alle proprie responsabilità, addirittura oggi è stato assente in Consiglio regionale: nonostante all’esterno ci fossero tanti molisani stanchi delle mancate risposte; nonostante, forse come mai in passato, si registra il malcontento congiunto di imprese, amministratori locali, sindacati, organizzazioni datoriali, cooperative e associazioni di tutti i settori. Toma è corresponsabile di questo stato di cose ed è corresponsabile del caos sanitario, perché è parte integrante della filiera gestionale della pandemia, perché è lui ad aver nominato i vertici Asrem, perché non è stato in grado di fare nulla di quanto è di propria competenza. In questi mesi abbiamo segnalato la totale assenza di confronto e di attuazione degli innumerevoli atti di indirizzo consiliare, l’incapacità di individuare un centro Covid dedicato, condizione che ancora oggi non ci consente di garantire una offerta di cure adeguate e rispettose dell’art. 32 della Costituzione a tutela della salute dei cittadini. Inoltre abbiamo denunciato la più alta percentuale di occupazione di posti letto di terapia intensiva insieme ad un numero sempre maggiore di ricoveri fuori regione; un piano vaccinale lacunoso e lento nella sua applicazione e, appunto, l’assenza totale,di atti e fatti che competono al presidente quale massima autorità regionale di Protezione Civile. Negli ultimi giorni, il Commissario ad acta si è dimesso, a quanto pare seguito dalla sub Ida Grossi, e dei vertici Asrem abbiamo chiesto le dimissioni già alcune settimane. Ora ci sembra logico che a pagare sia anche il presidente di Regione, vertice dell’Unità di Crisi”.
“Una maggioranza arrogante e incomprensibile. Di fronte al dramma che il Molise sta vivendo anche in maniera particolare rispetto alle altre regioni d’Italia, insieme alle colleghe Romagnuolo e Calenda avevamo presentato un emendamento per correggere l’inutile, incomprensibile e non condivisibile mozione a firma di Vincenzo Niro ed altri – scrive l’ex governatore Michele Iorio – Senza troppi fronzoli che servono a confondere le idee della gente, rispetto ad una vera emergenza abbiamo detto due cose: casa tutti i responsabili della catena di comando che ha gestito la sanità in questo periodo di pandemia e sospensione della costruzione della torre Covid al Cardarelli, per le note ragioni progettuali, attraverso un’intesa con il governo nazionale e utilizzare le somme residue per ristrutturare il Vietri di Larino. Creando le condizioni per un ospedale Covid attrezzatissimo e funzionale come tanti altri ospedali in Italia. Invece di prepararci a fare tre strutture di rianimazione in moduli mobili spendendo oltre 5 milioni di euro. Somma che può essere dirottata sul Vietri coprendo anche le spese per il personale. La risposta della maggioranza che nelle dichiarazioni di voto, con protervia e con qualche offesa anche sul profilo personale, ha respinto ogni possibilità di intesa è stata la premessa sulla base della quale senza ogni dubbio ho sottoscritto la mozione di sfiducia al presidente Toma. Nella piena consapevolezza di aver preso la decisione più utile per i molisani”.
Toma è colpevole, come gli altri, e se ne deve andare come gli altri.
Il governatore non era in Consiglio perchè a Roma. Prima della nomina del nuovo commissario ad acta alla sanità Toma non ha mai fatto mistero della sua volontà di ricoprire tale carica, fortemente osteggiata dalla minoranze.
Intanto al momento 11 firme in calce alla sfiducia del presidente, se confermate anche al voto dell’atto, basterebbo a decretare la fine di questa legislatura. Sarà davvero così?
La mozione non arriverà in Aula prima di 15 giorni, sembrerebbe vi possa approdare a fine del mese di marzo. In quell’occasione bisognerà vedere se davvero ci saranno i numeri per “tornare a casa”.