Covid-19, non c’è più tempo: si apra una struttura dedicata ai pazienti
LUCIANA IAMARTINO
La situazione sanitaria nel Molise è al collasso. Con la pandemia in atto e con le varianti del Covid-19, la situazione sta precipitando. Gli ospedali sono al collasso e gli operatori sanitari sono stremati. Si chiede a gran voce da parte di tutti di riaprire alcune strutture ospedaliere presenti sul territorio,
La classe politica si è adoperata, negli ultimi giorni, per arginare l’emergenza Covid dotando le strutture ospedaliere con altri presidi come container nelle immediate vicinanze dell’ospedale Cardarelli e addirittura adattare le strutture alberghiere in Covid Hotel.
La necessità, a quanto pare, è nata per far fronte all’emergenza sorta nella zona del Basso Molise divenuta zona rossa negli ultimi giorni. La protezione civile ha ritenuto opportuno ricercare posti letto aggiuntivi alle strutture ospedaliere, proprio per far fronte all’aumento dei contagi. Le strutture alberghiere che hanno dato disponibilità ad ospitare pazienti Covid sono 13, 6 in provincia di Campobasso e 7 in provincia di Isernia.
Come mai la Regione Molise si affanna a ricercare altre strutture per accogliere e curare pazienti malati di Covid e non riattiva l’Ospedale ‘Vietri’ di Larino? Perché ci si ostina ad adoperarsi per completare la Torre Covid al Cardarelli che non vedrà luce in tempi brevi e non aprire il Vietri di Larino che risulta essere l’unica eccellenza nella regione dal punto di vista strutturale? A maggior ragione, oggi, che la Neuromed ha annunciato che metterà a disposizione uomini e mezzi per aprire in pochissimi giorni?
Il dottor Domenico Uliano ci riferisce come, già agli inizi della pandemia ancora in corso, fece appello alle autorità politiche per riattivare l’ospedale Vietri di Larino e adattarlo alle esigenze curative per i malati Covid: “Conosco bene l’ospedale di Larino. Sono stato fino al 2011 capo dipartimento della riabilitazione e primario a Campobasso e Larino. Avevamo creato un reparto di 25 posti letto di Terapia Intensiva, grazie alla presenza di ottimi collaboratori, con una lista d’attesa importante e pazienti con disabilità complesse anche da fuori regione. La politica e gli amministratori della sanità hanno voluto che ciò non accadesse. Oggi l’ospedale di Larino poteva essere un centro di riferimento regionale per le problematiche del Covid-19. Ma siamo ancora in tempo, anzi ora più che mai, il Vietri deve essere attivato come ospedale Covid perché la pandemia non rallenterà a breve termine”.
L’Ospedale Cardarelli, principale ospedale di regione ed erogatore di servizi importanti, sia ambulatoriali che di ricovero, non doveva essere convertito in ospedale Covid, scartando a priori la realizzazione dell’ospedale Covid a Larino. Questo ha generato problemi di diversa natura. Di fatto sono state sospese le attività di non urgenza che riguardano pazienti impegnati in una lotta quotidiana con patologie anche molto rilevanti. Ma c’è anche un aspetto di ordine economico, perché tale mancata erogazione di prestazioni ha determinato una mancata contabilizzazione in entrata di prestazioni, sia di ricovero che ambulatoriali.