Vienna, la Cattolica protagonista al Congresso Europeo di Radioterapia
Nelle scorse settimane, si e tenuto a Vienna il 36° congresso dell’Estro, la Società Europea di Radioterapia ed Oncologia. Questo evento rappresenta annualmente uno dei più importanti appuntamenti internazionali di incontro, discussione e formazione tra gli specialisti nel settore della Radioterapia Oncologica. Anche quest’anno hanno partecipato oncologi radioterapisti, fisici medici e oncologi medici provenienti da tutti i paesi europei, dall’Australia, dal Giappone e dagli Stati Uniti d’America. Gli specialisti dell’Unità operative di Radioterapia e di Fisica Sanitaria della Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso hanno partecipato a questo importante congresso presentando nove contributi. Sono stati così portati all’attenzione scientifica internazionale i risultati di numerosi filoni di ricerca attualmente attivi presso la struttura d’eccellenza molisana: dalla implementazione di nuove strategie di ottimizzazione dei trattamenti radianti, fino ai tanti importanti risultati clinici riguardanti l’utilizzo della radioterapia stereotassica per le metastasi extracraniche e di tecniche di radioterapia sempre più evolute per il trattamento delle neoplasie cerebrali, del distretto testa-collo, della mammella, dei tumori gastro-intestinali e per la palliazione.
Numerosi i contributi presentati dalla Cattolica. Gabriella Macchia ha riportato i risultati di uno studio cooperativo multicentrico italiano sul trattamento radio-chemioterapico delle neoplasie del retto e sul possibile aumento delle risposte complete dopo il trattamento radio-chemioterapico aumentando Il tempo intercorrente tra questo e il trattamento chirurgico. E’ stata presentata una casistica molto numerosa (oltre 2000 pazienti) proveniente da 21 centri di radioterapia italiani dedicati al trattamento delle neoplasie rettali. La coordinazione di questo studio ha permesso al centro di radioterapia di Campobasso di poter effettuare un confronto costruttivo con numerose ed importanti istituzioni italiane. L’importanza di questo studio è stata anche sottolineata dall’ accettazione ai fini di pubblicazione di questo lavoro in estenso su una rivista internazionale.
Grande interesse tra i partecipanti ha suscitato, inoltre, la presentazione dei dati relativi all’irradiazione di metastasi multiple ossee a livello del bacino. Con la tecnica presentata dal centro di Campobasso e possibile irradiare contemporaneamente tutte le lesioni in un tempo brevissimo e con un buona risoluzione del dolore presente. Sono stati inoltre presentati i risultati preliminari del trattamento stereotassico delle recidive linfonodali in pazienti con un numero limitato di metastasi. “Questo trattamento – afferma Francesco Deodato, responsabile dell’Unità Operativa di Radioterapia – è effettuato già da molti anni nel nostro Centro e permette di ottenere con un numero ridotto di sedute di Radioterapia, in genere cinque, un ottimo controllo della malattia. Inoltre, essendo effettuato in un tempo così breve consente al paziente di non interrompere le terapie sistemiche”.
Infine, aggiunge Savino Cilla, responsabile dell’Unità Operativa di Fisica Sanitaria: “La radioterapia vive da oltre un decennio una fase eccezionale di sviluppo tecnologico, che ha radicalmente modificato le indicazioni del trattamento radiante dei tumori, grazie alle nuove possibilità di somministrare con precisione millimetrica dosi di radiazioni sempre più elevate su bersagli tumorali. In questo congresso abbiamo anche mostrato i nuovi strumenti di controllo del trattamento realizzati nel nostro Centro, che ci consentono il miglioramento continuo della qualità del trattamento e l’individuazione istantanea di ogni anomalia di processo. I tanti risultati mostrati in questo congresso dimostrano che oggi siamo in grado di utilizzare le tecnologie più complesse per realizzare trattamenti sempre più mirati, efficaci e sicuri, che sono ormai lo standard of care della nostra pratica clinica”. “Siamo molto soddisfatti dell’accoglienza che questo importante congresso ha riservato alle nostre ricerche – ha concluso Savino Cilla – perché questo risultato dimostra che una piena sinergia tra le varie figure professionali coinvolte (medici radioterapisti, fisici sanitari, tecnici e infermieri) consente, nella complessità del percorso terapeutico, di offrire ai malati di tumore le più recenti e sofisticate tecniche della moderna radioterapia, più efficienti e con meno probabilità di effetti collaterali”.