Un evento traumatico può provocare una malattia autoimmune?
Malattie autoimmuni, quali cause
Che l’eziologia delle malattie autoimmuni sia multifattoriale è ormai un dato comprovato dalla comunità scientifica. Fattori genetici, ambientali, ormonali, immunologici incidono in modo significativo nella genesi di queste patologie. Alcuni di essi persino più comunemente di altri. Tuttavia sono numerosi i pazienti i quali ritengono che, a provocare la propria malattia autoimmune, sia stato un preciso evento traumatico. Lo stress fisico e psicologico, infatti, è un fattore fortemente implicato nello sviluppo delle malattie autoimmuni. Molti studi retrospettivi hanno attestato che un’alta percentuale di pazienti (fino all’80%) riferiva di stress emotivo non comune prima dell’insorgenza della malattia.
Ormoni e sistema immunitario
Ma perché lo stress è così strettamente legato a queste patologie? Si presume che la disregolazione immunitaria sia provocata dagli ormoni neuroendocrini innescati dallo stress. L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) è il coordinatore centrale dei sistemi di risposta allo stress. Dopo l’esposizione ad un evento stressante, i neuroni dell’ipotalamo secernono ormoni che stimolano l’ipofisi, ghiandola che rilascia sostanze stimolanti le ghiandole surrenali. Le surrenali rilasciano sostanze glucocorticoidi che modificano il metabolismo, così come la funzione immunitaria e il cervello, coordinando in tal modo la risposta allo stress. In che modo quindi ciò si ripercuote sul sistema immunitario? Tali ormoni rilasciati dal HPA risultano amplificare la produzione di citochine, mediatori che della comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e fra queste e diversi organi e tessuti. I trasmettitori che si attivano in questi casi provocherebbero, quindi, infiammazione e danno tissutale.
La risposta ad un evento traumatico
Della parola “stress” s’è abusato fin troppo. Il termine è stato semplificato, travisato, svilito. Intorno a questo concetto, invece, ci sono stati studi interessantissimi. Fu Hans Selye, un medico austriaco, il primo a descrivere, nel Novecento, il sistema ipotalamo-ipofisi-surrene, quello con cui il corpo affronta lo stress.
Vale la pena precisare che lo stress è niente altro che la risposta dell’organismo ad uno stimolo ambientale, ad esempio un evento traumatico; è, invece, la difficoltà di adattarsi ad eventi negativi ciò che diventa problematico. Ad avere maggiori probabilità di ammalarsi, mentalmente o fisicamente, è proprio, infatti, chi vive il cosiddetto “distress”. Ed è questa difficoltà ad incidere sul sistema immunitario, ad abbassare le difese dell’organismo e diminuire la capacità di guarigione dei tessuti corporei.
Terapia comportamentale
Se dunque un evento traumatico potrebbe provocare una malattia autoimmune, allora è necessario che il trattamento di queste malattie includa la gestione dello stress e l’intervento comportamentale con il supporto di uno psicoterapeuta. Nonostante l’accordo della comunità scientifica su questo tema, c’è molto poco lavoro di ricerca clinica e scarsa attenzione a questo aspetto. Nuove discipline – prima fra tutte la neuroendocrinoimmunologia – mirano oggi a comprendere meglio il ruolo dello stress nello sviluppo di queste malattie e, insieme, a sviluppare un trattamento migliore per le stesse. La gestione del peso, dunque una dieta appropriata, e la vita in un ambiente domestico sano, sono fattori importantissimi per prevenire le infiammazioni e rallentare la loro progressione. Se è vero che non possiamo modificare alcuno dei nostri fattori genetici ed ereditari, è altrettanto vero, però, che possiamo agire sul nostro stile di vita.
Tecniche di gestione dello stress
Lo stress è, dunque, un fattore di rischio. Per cambiare qualcosa, è fondamentale imparare a sviluppare tecniche efficaci per gestirlo. Diverse malattie autoimmuni, come Pemfigo e Fibromialgia, potrebbero essere tenute sotto controllo attraverso un programma di gestione dello stress. Lo psicoterapeuta è lo specialista in grado di insegnare alle persone tecniche adeguate per affrontare e prevenire lo stress. La maggior parte dei dermatologi ritiene che i problemi psicologici siano frequenti tra i soggetti che vengono alla loro attenzione: numerosi studi su pazienti dermatologici hanno infatti rivelato che, già prima della diagnosi di malattia dermatologica, queste persone soffrivano di disturbi psicologici. In particolare, dalla letteratura disponibile, emerge una chiara correlazione fra stress emotivo e Pemfigo.
Il ruolo esatto dello stress nella patogenesi delle malattie autoimmuni, a tal proposito, dovrebbe essere chiarito da studi prospettici con un focus sia clinico che immunoserologico. Non solo: le reazioni allo stress dovrebbero essere discusse in modo approfondito con i pazienti attraverso questionari mirati sui fattori scatenanti e sintomi. Il paziente e la sua storia è ciò da cui parte tutto: il sintomo è l’espressione del suo mondo interiore e la medicina non può assolutamente lasciarlo fuori.
Carola Pulvirenti