Transumanza a Parigi e nuovi accordi di sviluppo e valorizzazione
La società Geaco srl ideatrice e promotrice del “Programma delle Terre Rurali d’Europa” e del progetto “Parcovie 2030” nonché coordinatrice dei CRAMM internazionali comunica il grande successo ottenuto a Parigi, nell’ambito del Salone Internazionale dell’Agricoltura, per il carattere innovativo ed ecosostenibile del Progetto e del Programma.
Nell’ambito del Salone Internazionale dell’Agricoltura la Cabina di Regia del CRAMM-GEACO ha raggiunto importanti accordi per il completamento della candidatura all’UNESCO, seconda fase, con ingresso dei paesi Albania, Andorra, Croazia, Francia Lussemburgo, Romania e Spagna, e per una terza fase mondiale, che coinvolgerà tra gli altri Germania, India, Marocco, Mongolia, Senegal ed altri, con i quali si sta organizzando anche l’Anno Mondiale dei Pascoli e dei Pastori per il 2026.
Con i Ministeri della Cultura dei paesi Europei intanto è stato avviato il lavoro di progettazione per candidare le Vie della Transumanza a Patrimonio Culturale dei Cammini presso il Consiglio d’Europa.
Sono state inoltre definite le linee di programma per la cooperazione europea nel progetto Parcovie 2030, passando a una possibile candidatura materiale dei tratturi che verrà discussa a Roma in una specifica riunione tecnica operativa coordinata da CRAMM-Geaco Italia, unitamente a Francia e Spagna
Come fase conclusiva, nella giornata di ieri, sugli Champs Elysées, in presenza anche di alcuni ambasciatori all’UNESCO, si è partecipato alla prima edizione della transumanza sui Campi Elisi, con 2022 pecore e vari carri di bovini autoctoni della zona del Bearn (Pirenei), territorio partner del Progetto Parcovie 2030.
Le pecore che hanno transumato sono di razza bernaise, autoctona dei Pirenei. Le accompagnavano mucche di razza autoctona, sempre dei Pirenei. Questa prima transumanza che si è fatta a Parigi è la prima di una lunga serie per valorizzare e dare a conoscere l’importanza della Transumanza come fattore di Pace tra i popoli, così come per la conservazione della Biodiversità, grazie alle razze autoctone, certamente meno produttive dal punto di vista ‘quantità’ ma certamente molto importanti dal punto di vista ‘qualità’ e per i servizi sistemici ed ecologici che forniscono.