“Tina Modotti – Fotografa e Rivoluzionaria”, il 21 aprile taglio del nastro per la mostra promossa dal Comune di Casacalenda
“Tina Modotti – Fotografa e Rivoluzionaria” è il titolo della mostra promossa dal Comune di Casacalenda, curata da Reinhard Schultz (Galleria Bilderwelt di Berlino), che sarà inaugurata venerdì 21 aprile alle ore 11.00 negli spazi espositivi del Palazzo Municipale di Casacalenda, in provincia di Campobasso.
Alla cerimonia d’inaugurazione interverranno il sindaco di Casacalenda, Michele Giambarba, il curatore Reinhard Schultz, la curatrice dell’Archivio Tina Modotti di Bonefro (CB), Christiane Barckhausen-Canale e il consigliere regionale delegato alla cultura, Domenico Ioffredi.
In esposizione dal 22 aprile fino al prossimo 24 settembre 2017 nella galleria del Palazzo Municipale in Corso Roma, le opere fotografiche di Tina Modotti, quasi tutte scattate fra il 1924 ed il 1930 in Messico, dove oggi vengono conservati numerosi negativi nella Fototeca Nacional de Pachuca.
Tina Modotti, nata nel 1896 a Udine, morta nel 1942 in Messico, attrice di teatro e cinema, fotografa, rivoluzionaria, passionaria perseguitata, musa di grandi artisti come Pablo Neruda, modella dei pittori naturalisti messicani David Alvaro Siqueiros e Pablo Rivera, figura controversa dai molti nomi e dalle molte vite, ha avuto una grande vera passione: la fotografia.
Questa retrospettiva del suo lavoro fotografico include i suoi ritratti, gli studi delle piante e la sua famosa serie “Donne di Tehuantepec”, oltre a materiale poco conosciuto. La mostra presenta anche la vita di Tina Modotti, svoltasi tra Italia, California, Messico, Berlino, Parigi, Mosca e Spagna, facendoci incontrare le persone che furono importanti nella sua vita, come il fotografo Edward Weston e gli artisti Diego Rivera e Frida Kahlo.
Nella mostra sono contenuti anche ritratti e nudi fatti da Edward Weston, l’uomo che, all’inizio degli anni ‘20, ha aperto alla Modotti la strada verso la fotografia. Weston e la Modotti furono legati fra loro da una storia fotografica e biografica condivisa, alla quale questa mostra vuole rendere omaggio.
Nel contesto della mostra sono a disposizione due cataloghi ed un libro. Uno dei cataloghi è stato pubblicato nel 2010 con motivo di una mostra nella Kunsthaus di Vienna, Austria. Il catalogo (176 pagine) è stampato in duplex ed i testi sono in inglese e tedesco. Sono anche disponibili manifesti e cartoline postali con fotografie della Modotti nonché il libro “Sulle tracce di Tina Modotti”, una biografia dell’artista. L’autrice è Christiane Barckhausen-Canale, la curatrice dell’archivio Tina Modotti di Bonefro (CB).
Il secondo catalogo (48 pagine) è stato pubblicato per la mostra della Fondazione Apulia Film Commission, organizzata nel Cineporto di Lecce nel 2012. Il libro di 240 pagine, pubblicato nel 2005 dalla casa editrice Verlag 2002, contiene anche un DVD con il film muto “The Tiger’s Coat“”, prodotto a Hollywood nel 1920. In questo film, Tina Modotti è la protagonista. La musica del film fu composta posteriormente dal musicista Jasper Van’t Hof.
TINA MODOTTI. BIOGRAFIA – Tina Modotti nacque ad Udine, nel quartiere di Borgo Pracchiuso, il 16 agosto del 1896 da una famiglia operaia, aderente al socialismo di fine Ottocento. Il padre, Giuseppe Modotti, era un meccanico e carpentiere, mentre la madre, Assunta Mondini Saltarini era una casalinga e cucitrice. Tina venne battezzata il 27 gennaio 1897 e suo padrino fu Demetrio Canal, un calzolaio anarchico socialista. La famiglia Modotti abitava in una casa fatiscente di due piani in via Pracchiuso numero 113. Tina ha solo due anni quando la sua famiglia, per ragioni economiche, si trova costretta ad emigrare in Austria, dove nacquero le sorelle Valentina detta Gioconda e Jolanda Luisa ed il fratello Pasquale Benvenuto. Nel 1905, ritornano ad Udine, Tina frequenta con profitto le prime classi della scuola elementare. A dodici anni lavorò come operaia nella fabbrica tessile Raiser alla periferia della città per contribuire al mantenimento della numerosa famiglia, essendo il padre emigrato in America in cerca di lavoro. Lo zio paterno Pietro Modotti ha uno studio fotografico e qui Tina apprende, frequentandolo, le sue prime nozioni di fotografia.
Nel giugno del 1913 lasciò l’Italia per raggiungere il padre a San Francisco, dove, in breve tempo, trovò lavoro presso una fabbrica tessile. In quel periodo, si dedicò anche al teatro amatoriale. Nel 1918 si sposò con il pittore Roubaix de l’Abrie Richey, soprannominato “Robo”. I due si trasferirono a Los Angeles per poter perseguire una carriera nel mondo del cinema.
L’esordio della Modotti è del 1920, con il film The Tiger’s Coat, il primo dei tre film da lei interpretati per il quale ricevette l’acclamazione del pubblico e della critica, anche in virtù del suo “fascino esotico”. Ma il modo in cui il suo corpo e il suo viso erano stati lanciati sul mercato indusse Tina a mettere fine alla breve avventura hollywoodiana. Grazie al marito, conobbe il fotografo Edward Weston e la sua assistente Margrethe Mather. Nel giro di un anno, la Modotti divenne la sua modella preferita e, nell’ottobre del 1921, anche sua amante. Quello stesso anno il marito Robo intraprese un viaggio in Messico seguito a breve dalla Modotti che, però, giunse a Città del Messico troppo tardi, in quanto egli era morto da ormai due giorni, a causa del vaiolo (9 febbraio 1922). Tina ritornerà nel Messico nel 1923, assieme a Weston ed uno dei suoi quattro figli.
Modotti e Weston entrarono rapidamente in contatto con i circoli bohèmien della capitale, ed usarono questi nuovi legami per creare ed espandere il loro mercato dei ritratti. Inoltre, la Modotti ebbe modo di conoscere diversi esponenti del comunismo messicano, tra cui i tre funzionari del Partito comunista messicano Xavier Guerrero, Julio Antonio Mella e Vittorio Vidali. Fu amica della pittrice Frida Kahlo, militante comunista e femminista nel Messico degli anni venti. 1927 è l’anno dell’iscrizione al PCM e l’inizio della fase più intensa del suo attivismo politico.
Il fotografo messicano Manuel Alvarez Bravo suddivise la carriera della Modotti in due periodi: quello romantico e quello rivoluzionario. Il primo include il periodo trascorso con Weston come assistente in camera oscura, poi come contabile e infine come assistente creativo. Insieme aprirono uno studio di ritrattistica a Città del Messico e ricevettero l’incarico di viaggiare per il paese per fare fotografie da pubblicare nel libro Idols Behind Altars, di Anita Brenner. In questo periodo Tina venne scelta come “fotografa ufficiale” del movimento muralista messicano, immortalando i lavori di José Clemente Orozco e di Diego Rivera. Molte delle foto dedicate ai fiori sono state scattate in quel periodo. Il 10 gennaio 1929 il giovane Cubano Julio Antonio Mella, compagno di vita e grande amore di Tina, fu ucciso da due colpi di pistola, camminando accanto a Tina. Il sicario era stato inviato dal dittatore Cubano Gerardo Machado, ma la stampa e la polizia messicani cercarono per settimane di presentare il fatto come un crimine passionale, presentando la Modotti come una donna “facile e fatale”. Nel dicembre del 1929 una sua mostra venne pubblicizzata come “La prima mostra fotografica rivoluzionaria in Messico”: fu l’apice della sua carriera di fotografa. Qualche mese dopo fu costretta a lasciare il Messico, espulsa come “straniera pericolosa”, e mezzo anno dopo doveva lasciare anche la macchina fotografica e, a parte poche eccezioni, non scattò più fotografie nei dodici anni che le rimanevano da vivere.
Esiliata dalla sua patria adottiva, per un periodo la Modotti si stabili a Berlino e poi a Mosca, in Russia, dove il suo compatriota Vittorio Vidali l’introdusse nel Soccorso Rosso Internazionale, dove Tina cominciò a lavorare nel novembre 1930, responsabile dei rapporti con le sezioni dell’organizzazione in America Latina. Dal gennaio 1936 lavorò, assieme a Vidali, a Madrid, riorganizzando il Soccorso Rosso spagnolo. Quando scoppiò la Guerra civile spagnola nel luglio 1936, Vittorio Vidali divenne commissario politico del 5°Reggimento e Tina continuò a lavorare per il SRI, lavorando fra altri, con il celebre medico canadese Norman Bethune (che inventò le unità mobili per le trasfusioni di sangue) durante la disastrosa ritirata da Malaga nel 1937. Nel 1939, dopo la sconfitta della Repubblica spagnola e la vittoria di Francesco Franco, la Modotti lasciò la Spagna con Vidali per tornare in Messico sotto falso nome. Trovò un paese molto cambiato ed un movimento rivoluzionario profondamente diviso, anche a causa della presenza di Lev Trotzki a Città del Messico. Tina quasi non si faceva vedere fuori della sua modesta casa e non rinnovò l’amicizia con I suoi vecchi amici messicani. Faceva traduzioni e si occupava dei bambini orfani spagnoli che avevano trovato rifugio in Messico.
Tina Modotti morì a Città del Messico il 5 gennaio del 1942, secondo alcuni autori in circostanze sospette. La sua morte fu utilizzata dai avversari dai comunisti per parlare di una morte per ordine di Mosca. La verità è che Tina soffriva da tempo di una malattia del cuore, della quale non aveva detto niente a nessuno, ma che fu confermata dell’autopsia effettuata dopo la sua morte. La sua tomba si trova nel grande Panteón de Dolores a Città del Messico. Il poeta Pablo Neruda compose una poesia dedicate a Tina, ed una parte di essa si può leggere sulla lapide della Modotti, che include anche un suo ritratto in bassorilievo fatto dall’incisore Leopoldo Méndez:
“Tina Modotti, sorella, tu non dormi, no, non dormi:
forse il tuo cuore sente crescere la rosa
di ieri, l’ultima rosa di ieri, la nuova rosa.
Riposa dolcemente, sorella.
La nuova rosa è tua, la nuova terra è tua…”