Somministrazione parallela, la Confcommercio Molise tutela i commercianti: “Sì a feste e sagre, ma si rispettino le regole”

confcommercioConfcommercio Molise, guidata dal presidente Paolo Spina, ha avuto un incontro nei giorni scorsi con la segreteria regionale della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), associazione leader nella rappresentanza di imprese di somministrazione di alimenti e bevande. Al centro dell’incontro, l’impatto della cosiddetta “somministrazione parallela” sul fatturato di ristoranti e pizzerie durante i mesi estivi, quando in Molise si moltiplicano a dismisura feste ed eventi di vario tipo, drenando clienti e proventi ai pubblici esercizi tradizionali.

Una concorrenza talmente pesante, che sommata con gli effetti della crisi, preoccupa Confcommercio Molise che, in merito, si mobiliterà per porre in essere tutte le azioni previste dalle normative vigenti.

Principale interesse della FIPE è la promozione dei sistemi turistici locali, anche attraverso la valorizzazione delle tradizioni culinarie italiane e la loro salvaguardia, con particolare riferimento alle produzioni tipiche dei singoli territori presenti all’interno della rete di ristorazione.

Le sagre per la conoscenza e la diffusione delle produzioni e delle tradizioni gastronomiche del territorio costituiscono un patrimonio che va difeso e valorizzato, sia per la promozione stessa dei territori che per la sopravvivenza o riscoperta delle tradizioni gastronomiche, nonché per la tutela del patrimonio culturale e immateriale.

Non esiste in Molise alcun regolamento che riesca a garantire, però, l’identificazione delle sagre “di qualità”. Il primo passo per allentare la concorrenza sleale della somministrazione parallela è recuperare il valore vero della sagra, quale evento importante di valorizzazione dell’enogastronomia locale.

Con questa azione non si intende colpire associazioni, gruppi o comitati che, spesso a titolo di volontariato, organizzano occasioni conviviali oppure a scopo benefico. E’ necessario però ridimensionare il sistema  per salvaguardare le aziende del settore e i posti di lavoro. Occorrono prescrizioni per questo genere di attività che riguardano il rilascio di autorizzazioni e licenze, il rispetto delle normative sulla salute e sicurezza e di tipo igienico-sanitario, l’applicazione della tariffa sui rifiuti, la tutela e la prevenzione dell’inquinamento acustico. Il mondo delle imprese della ristorazione si districa giornalmente tra rigidissime normative e costi che lievitano, senza contare la lentezza della burocrazia, della pressione fiscale e della tassazione.

In questo senso l’attività di somministrazione deve restare legata al prodotto tipico che la sagra ha nella sua denominazione; Confcommercio Molise, inoltre, auspica che i prodotti indicati nel menù debbano provenire da filiera corta o comunque debbano rientrare fra quelli tradizionali dell’agroalimentare molisano; così come auspica una durata massima di 3/4 giorni, per un tetto massimo di 15 giorni complessivi di sagre in un anno all’interno dello stesso Comune.

Occorre chiarire, inoltre, cosa si intende per “sagra” e per “festa”. La finalità della prima è quella di valorizzare il legame tra prodotti enogastronomici e territorio; nel secondo perseguire finalità di volontariato, culturali, politiche, religiose, sportive, ricreative e sindacali.

 Ma si pongono altri elementi evidenti che meritano di essere chiariti.

La questione dei rifiuti, innanzitutto. Le sagre registrano migliaia di coperti. Sarebbe utile capire quali sono e se esistono criteri e coefficienti per il pagamento della tassa sui rifiuti applicati alle sagre. Se fossero diversi da quelli applicati ai pubblici esercizi (tra i più alti previsti), sarebbe opportuno che, nel periodo estivo, siano previsti per la categoria forti sgravi in materia di TARI, in considerazione della marcata riduzione dell’attività dipendente dalle sagre.

In questa direzione vengono richieste regole condivise attraverso una task force con Asrem, Ispettorato del lavoro ed altri organi competenti in materia di controlli e sanzioni, che spinga verso una regolamentazione ed una più corretta pratica amministrativa  in ogni singolo Comune.

 Allo stesso tempo Confcommercio Molise fa appello all’Anci Molise e all’Unpli Molise, affinché in maniera condivisa si promuova in sede legislativa presso la Regione Molise, l’adozione di una normativa di promozione e tutela delle sagre “autentiche”, finalizzata a privilegiare lo svolgimento delle manifestazioni, in termini di autorizzazioni alla somministrazione di alimenti e bevande ed all’occupazione di spazi ed aree pubbliche.

Nelle more dell’approvazione di una legislazione regionale di sostegno, le aziende delle ristorazione aderenti alla FIPE Molise si rendono fin d’ora disponibili a collaborare con le rispettive Amministrazioni comunali e con le Pro Loco del territorio, nell’organizzazione e nello svolgimento delle sagre, mettendo a disposizione la loro professionalità per la salvaguardia e valorizzazione delle ricette tradizionali, nella convinzione che, ad evento concluso, i prodotti enogastronomici possano continuare ad essere promossi in tanti ristoranti, trattorie e pubblici esercizi della regione.

“Non possiamo tollerare – sottolinea il presidente della Confcommercio Molise, Paolo Spinache ci siano manifestazioni di tal genere, al di fuori di ogni regola. Ci faremo promotori di un tavolo a cui chiederemo la partecipazione di tutte i soggetti interessati. Non avremo nessuna remora ad investire le autorità competenti riguardo a segnalazioni che ci dovessero arrivare dal territorio”.

Redazione

CBlive

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