Sinistra Italiana scende in piazza per una sanità pubblica di qualità
I militanti, gli iscritti ed i simpatizzanti di Sinistra Italiana saranno in piazza il 7 aprile per testimoniare la propria adesione al Manifesto per una Sanità Pubblica di qualità in tutta l’Unione Europea, in Italia e in Molise.
Nel corso degli ultimi tre decenni – scrive Sinistra Italiana – il mercato ha imposto la legge della domanda e dell’offerta anche nella gestione dei beni comuni indisponibili, dei diritti universali di cittadinanza e del patrimonio che appartiene a tutto il genere umano e che non è riconducibile a merce.
La persona è stata ricondotta a utente, a cliente e a consumatore di beni da acquistare e vendere secondo logiche di profitto. A questa egemonia culturale delle formazioni delle neo-destre non si è frapposto alcun progetto politico alternativo incardinato sul primato dell’uomo sul mercato, e sul primato del benessere delle persone rispetto all’accumulazione di ricchezze finanziarie speculative concentrate nelle mani dell’1% della popolazione mondiale.
La frammentazione della sinistra socialista, cattolica e laburista, ha visto affermarsi uno scontro senza esclusioni di colpi tra le destre populiste e protezioniste da un lato, e le destre dell’austerità e delle lobby finanziarie e delle multinazionali dall’altro.
La sanità in questa involuzione culturale è diventata un affare speculativo per i grandi gruppi assicurativi privati, per le multinazionali chimico – farmaceutiche, per i produttori di apparecchiature sofisticate e per gruppi imprenditoriali che controllano pezzi di mercato libero o di sanità privata convenzionata per oltre 60 miliardi di euro solo in Italia.
È evidente che questo processo di mercificazione dei diritti va fermato attraverso una forte mobilitazione popolare europea ed il 7 aprile rappresenta uno dei primi appuntamenti strategici per una lotta condivisa da condurre in tutta l’Unione Europea su una questione di civiltà, di dignità e di benessere sociale dei cittadini.
L’Italia da 15 anni non finanzia più adeguatamente il Fondo Sanitario Nazionale e dai primi posti nel mondo è progressivamente scivolata agli ultimi posti in Europa per quota di incidenza percentuale sul Prodotto Interno Lordo investito in sanità.
Anche nel 2017 è stato ostico indurre il Governo a stanziare 113 miliardi sul Fondo Sanitario Nazionale ma in realtà se si toglie un miliardo per i nuovi farmaci e si fa a meno dei 422 milioni tagliati, il Fondo è rimasto sostanzialmente vicino ai 111 miliardi del 2016 largamente sottostimato tanto è vero che paradossalmente è stato lo stesso Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin a denunciare la mancata erogazione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria in diverse Regioni tra cui il Molise.
Da anni sono fermi gli investimenti per modernizzare la dotazione strumentale delle strutture pubbliche, i farmaci più recenti non sono ancora stati inseriti nel prontuario farmaceutico, molte strutture risentono del degrado per mancati interventi di manutenzione e ciò che più preoccupa è la mancata assunzione di medici, tecnici, infermieri e specialisti nella sanità pubblica.
Un italiano su cinque ha rinunciato a curarsi per mancanza di soldi, per un numero sempre più elevato di cittadini ci sono liste d’attesa sempre più lunghe per fruire di prestazioni essenziali, e in un contesto di disfunzioni, ritardi e disservizi del sistema sanitario pubblico cresce il mercato della sanità totalmente privata in Italia che è arrivata a fatturare 35 miliardi di giro d’affari nel 2016.
Se a questo importo sommiamo la media del 25% della sanità privata convenzionata che attinge ai 113 miliardi del Fondo Sanitario Nazionale si arriva a superare i 60 miliardi di introiti annui della sanità privata nel nostro paese.
In Molise la situazione è drammatica al di là dei conti ragionieristici imposti dal Governo con indebitamenti spropositati, tagli indiscriminati di posti letto, blocco decennale delle assunzioni e mancati investimenti in apparecchiature avanzate, in dotazioni strumentali innovative e in strutture adeguate.
L’interrogazione parlamentare sostenuta da Nicola Fratoianni e dalla Segreteria Nazionale di Sinistra Italiana pone una questione forte davanti a noi con la necessità di riaprire il confronto sulla deroga al Decreto Balduzzi per preservare il Cardarelli come DEA di II^ livello e per una diversa articolazione del riassetto della rete ospedaliera che non può prescindere dall’essere incardinata su strutture sanitarie pubbliche di qualità.
Il Molise – ribadisce Sinistra Italiana – non può essere l’unica Regione d’Italia che non viene messa nelle condizioni di garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria con il servizio pubblico.
Altra cosa è l’integrazione con strutture convenzionate accreditate che possono implementare ma non sostituire un servizio pubblico di qualità sul nostro territorio.