San Timoteo-Asrem, Monaco: “Ancora una volta a pagare sono i più bisognosi”
Sulla vicenda della somministrazione pasti al nosocomio San Timoteo di Termoli, dove la ditta che se ne occupa avrebbe avviato una protesta contro l’Asrem per il mancato pagamento dei corrispettivi dovuti, interviene il consigliere regionale Filippo Monaco: “Prima i familiari di persone affette da disabilità, adesso i degenti: è possibile che a pagare le spese della gestione sanitaria regionale siano sempre i poveri cristi che non sanno più a che Santo rivolgersi? Nei mesi scorsi abbiamo assistito alla protesta da parte dei fornitori che avanzavano ingenti crediti da parte dell’Asrem, creando un danno economico notevole a quanti assistevano un familiare malato e che dovevano pagare di tasca propria le forniture mediche; oggi è il turno della ditta che si occupa della somministrazione dei pasti ai ricoverati del San Timoteo che, sempre per il mancato pagamento dei crediti da parte della Asrem, ha deciso di optare per un menù unico per tutti i degenti. Ma dove vogliamo andare a finire? Il nosocomio termolese non ha un’unica degenza: c’è chi ha capacità di masticazione e deglutizione e chi invece no. Chi può assumere pastasciutta e chi nemmeno un po’ d’acqua. Ma a quanto pare, per via di una gestione sanitaria criticabile, nessuno si preoccupa di queste differenze tra i pazienti. E a pagare le conseguenze del rapporto Ladisa-Asrem sono i poveri malati, già provati dalla malattia o da interventi chirurgici. Ma davvero pensiamo che l’umanità non sia più da prendere in considerazione?”
“La Regione ha il dovere di intervenire di fronte queste emergenze che colpiscono la SUA popolazione. Ma come al solito si attende una protesta che va a ledere i diritti dei malati prima di intervenire e risolvere una questione che va avanti da mesi. Come feci lo scorso dicembre, anche oggi chiedo al Direttore Generale Asrem di verificare nell’immediato quali siano le situazioni complesse da risolvere, per evitare che, nei prossimi mesi, dovremmo esser costretti ad assistere ad una nuova forma di protesta da coloro che il proprio servizio lo prestano senza però che l’azienda sanitaria copra le spese, costringendo le aziende fornitrici a debiti ingenti”.
“Sono stanco di questa situazione di degenerazione dei valori. Vorrei una regione dove i diritti fondamentali vengano assunti come principio cardine della buona amministrazione e del senso civico e politico. Se non si ha questo ideale alla base, che ragione di esistere abbiamo?”.