Rigenerazione urbana sostenibile, Manzo: “Campobasso va ricucita”
Negli anni, a Campobasso, interventi disordinati che non hanno garantito omogeneità alla città, se pur nei singoli casi hanno concretamente riqualificato certe aree. Oggi, dunque, “serve ricucire”: ne è fortemente convinto il presidente della Fondazione Architetti di Campobasso, Giancarlo Manzo che, questa mattina, nel corso dell’ultima giornata di Revive 2014, ha tirato le somme dell’iniziativa promossa per parlare di rigenerazione urbana sostenibile. Incontri, confronti, tavole rotonde, workshop con ospiti illustri che hanno portato l’attenzione sulla ‘rigenerazione’, anche nel più ampio contesto europeo.
Interventi divenuti quanto mai necessari in un’ottica di esaurimento progressivo delle risorse non rinnovabili ed alterazioni climatiche; di convivenza tra sistemi di valori ed attese sociali sempre più irriducibili; di necessità di consenso ‘informato’ e partecipato sulle scelte da cui dipende la qualità delle proprie vite nelle città e nel resto del territorio. Cinque giorni di approfondimenti tecnici e critici attraverso esperienze reali.
In particolare, al centro dell’ultimo incontro “(de)costruire il costruito” – progetti di rigenerazione urbana per Campobasso, in considerazione il caso del quartiere Cep del capoluogo che si colloca in un discorso allargato di città paesaggio, quale è appunto Campobasso. Illustrati elaborati di studenti delle Università di Camerino, Pescara, Marche e Molise. I ragazzi hanno immaginato un’area con più ‘verde’, con un quartiere aperto ad attività culturali, sportive e commerciali con una evidente rivitalizzazione dello stesso.
Si è conclusa così, con una sintesi di possibili progetti di rigenerazione, Revive 2014, tra la soddisfazione per la riuscita dell’evento da parte degli organizzatori e la prospettiva di un cambio di passo per riqualificare le città.