Riforma istituzionale, Poleggi: ‘Segnale importante, ma provvedimento da correggere’
La riforma istituzionale del Senato, approvata in prima lettura a Palazzo Madama, è un provvedimento importante e propedeutico alla più complessiva riforma e semplificazione dell’ordinamento dello Stato. L’Italia non uscirà dalla crisi senza un profondo cambiamento, in primis della organizzazione dello Stato. Il superamento del bicameralismo perfetto è da tempo necessario e da noi richiesto assieme alla trasformazione del Senato in Camera delle autonomie; Legautonomie è stata antesignana e da molto tempo nel proporre questo cambiamento. Positiva è anche la riforma del titolo V.
Avevamo, però, chiesto a Governo e Parlamento un maggior peso per i sindaci. I sindaci sono in definitiva l’istituzione più rappresentativa e legittimata come nessun’altra. Nessun sindaco in Italia viene eletto con meno del 51% al primo o secondo turno.. E allora perché non correggere uno squilibrio esistente nella legge. Il rapporto della rappresentanza tra esponenti delle regioni e dei comuni è sperequato e politicamente non giustificato, il numero dei sindaci da eleggere rispetto ottomila comuni ci appare illogico. Non capiamo perché i sindaci debbano essere nominati da consigli regionali e non dal corpo dei consiglieri comunali. La norma ci appare priva di logica e non rispettosa della autonomia delle istituzioni. Per noi il senato delle autonomie ha sempre avuto innanzitutto il valore di equa rappresentanza e valorizzazione delle autonomie, altrimenti che senso ha? Si è fatto un passo importante verso il rinnovamento ma nelle successive letture chiediamo una correzione fondamentale per consentire ai sindaci di eleggere i propri rappresentanti in proporzioni logiche e giuste a nostro avviso, senza subalternità che darebbero una legittimazione debole agli eletti, senza automatismi imposti. Ovviamente la nostra non è una forma di corporativismo, perché Legautonomie rappresenta comuni, province, regioni, tutte le istituzioni e i livelli delle autonomie. Ci auguriamo che nel continuare il suo iter parlamentare il testo possa essere migliorato, accogliendo la richiesta dei sindaci che chiedono venga loro riconosciuta un equa rappresentanza nel Senato delle autonomie.