Prevenzione, diagnosi e cura dei tumori del colon-retto, il 17 novembre a Bojano l’incontro promosso dalla Cattolica
Ogni anno vengono diagnosticati, in Italia, più di 45 mila casi di tumore del colon-retto, malattia che insorge soprattutto dopo i 60 anni e che nel 90% dei casi è preceduta dalla comparsa, a livello del colon, di formazioni benigne (polipi) che possono nel tempo degenerare in tumore. I decessi sono circa 20 mila l’anno.
In Molise rappresenta la seconda causa di morte per patologia oncologica preceduta solo dai tumori al seno. Per questo è importante la prevenzione, che permette sia di ridurre il rischio di ammalarsi, anche grazie all’asportazione di eventuali polipi, sia d’identificare in fase precoce un possibile tumore.
E’ importante, pertanto, essere adeguatamente formati sull’argomento. Per questo la Fondazione “Giovanni Paolo II” e la Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo – Antica Cattedrale di Bojano – in collaborazione con l’Associazione “Amici dell’Università Cattolica”, hanno promosso un convegno sul tema “, in programma giovedì 17 novembre alle 18.30 nella Cattedrale di Bojano.
Dopo i saluti del Parroco, don Rocco Di Filippo, introdurrà i lavori il direttore generale della Fondazione “Giovanni Paolo II”, Mario Zappia. Relazioneranno sull’argomento il dottor Fabio Rotondi, Direttore dell’Uoc di Chirurgia Generale ed Oncologia e la professoressa Giuseppina Sallustio, Direttore del Dipartimento Servizi.
Il trattamento ottimale dei tumori del colon-retto prevede un approccio mutidisciplinare, con l’intervento di diverse figure specialistiche ovvero chirurgo, endoscopista, radiologo, anatomo-patologo, oncologo e radioterapista, solo per citare i più importanti.
La chirurgia è la forma principale di trattamento dei tumori del colon-retto. L’intervento deve essere eseguito da un chirurgo specializzato in chirurgia dell’apparato gastrointestinale. Il tipo di intervento più appropriato dipende dallo stadio e dalla localizzazione del tumore. Attualmente i progressi della chirurgia e delle strumentazioni hanno fatto si che sia applicabile a questo tipo di patologia la tecnica laparoscopica che consiste nell’eseguire l’intervento praticando sull’addome piccoli fori in cui vengono introdotti appropriati strumenti e una speciale telecamera. Da ciò ne consegue un trauma operatorio notevolmente minore con tutta una serie di vantaggi per il paziente che vanno da una più rapida dimissione dal ospedale a una più rapida ripresa delle normali attività quotidiane. E’ importante precisare che la tecnica laparoscopica va eseguita da mani competenti ed esperte ed in Centri che sono in grado di garantire prestazioni chirurgiche di questo tipo in modo costante e continuativo.
Questo evento rientra negli appuntamenti formativi e informativi organizzati sul territorio con l’obiettivo di promuovere una “cultura della salute, illuminata dai valori cristiani”, seguendo la linea tracciata dal fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Padre Agostino Gemelli, che volle la Facoltà di Medicina e Chirurgia con l’obiettivo principale di formare “professionisti in grado di vedere nel malato un fratello da aiutare”. Una iniziativa che vede coinvolte le Parrocchie delle Diocesi molisane (e non solo), che diventano protagoniste di vero e proprio progetto di educazione alla salute che possa anche aiutare ad orientarsi meglio nella scelta dei servizi sanitari.