Pilone e Cancellario, assenti al Consiglio comunale “per improcrastinabili impegni istituzionali”, criticano il bilancio approvato
Assenti al Consiglio comunale odierno, mercoledì 15 ottobre 2014, “per impegni istituzionali improcrastinabili assunti già da alcuni giorni”, Francesco Pilone e Marialaura Cancellario, consiglieri di ‘Democrazia Popolare’, hanno affidato a una nota stampa la loro giustificazione per l’assenza e la loro posizione sull’approvazione del bilancio di previsione 2014 da parte dell’assise di Palazzo San Giorgio.
“Non abbiamo potuto prender parte alla seduta di oggi, 15 ottobre, del Consiglio comunale di Campobasso, chiamato ad approvare il bilancio di previsione 2014, a causa di impegni istituzionali improcrastinabili assunti già da alcuni giorni – si legge nella nota stampa di Francesco Pilone e Marialaura Cancellario -. Avremmo voluto prender parte al dibattito politico, dopo esser stati presenti ieri. Un Consiglio comunale, comunque, i cui contenuti erano già stati scritti apriori. La nostra presenza sarebbe servita soltanto ad opporci con utili interventi, ma come è stato dimostrato dai fatti la maggioranza di centrosinistra non tiene in considerazione le proposte che giungono dalle minoranze. La dimostrazione? Il voto sfavorevole di tutti gli emendamenti al bilancio proposti dalle opposizioni. Un diniego, tra le altre cose, senza entrare nel merito dei rispettivi no.
Il gruppo di Democrazia Popolare – prosegue il comunicato stampa – ritiene che siamo stati chiamati a esprimerci con netto ritardo sul bilancio di previsione: un documento che sarebbe più opportuno definirlo un resoconto di pianificazione economica per il 2014 che, di certo, non ha brillato per slanci di prospettiva, per sviluppo, ma possiamo ben dire che è stato un anno che ha visto il suo procedere in dodicesimi, in alcuni casi spendendo tutte le somme poste in palio. È un bilancio asfittico, che l’aula di Palazzo San Giorgio ha subito passivamente, senza possibilità di sviluppo per la città di Campobasso. Un resoconto da 96.600.000 euro, la cui prima voce è quella tributaria, segno questo che l’impostazione di indirizzo è stata volta a un indiscriminato aumento della pressione fiscale sui cittadini. Seppur c’era da compensare i minori trasferimenti statali, ciò che balza all’occhio è l’applicazione al 2,5 per mille dell’aliquota Tasi, il massimo consentito dalla normativa in vigore.
Un bilancio che registra forti decrementi in ogni settore, oltre a livelli percentuali di cui non andare fieri: dalla capacità di gestione aziendale dell’ente comunale, all’impiantistica sportiva, agli asili nido, al servizio mensa, per arrivare ai mercati comunali. Non diversamente per le spese in generale.
Si registra, inoltre, un peggioramento, rispetto al 2013, della percentuale di copertura del servizio idrico integrato, che dal 76,55% è sceso al 73,55%. Inoltre, a fronte di introiti per la gestione dell’acqua di circa 4.300.000 euro, il Comune di Campobasso spende quasi 6 milioni di euro: il passivo è di 1.600.000 euro. A causa di perdite idriche, di allacci abusivi? Aspettiamo risposte.
Del tutto assente lo sviluppo e la promozione turistica, che non può essere relegato al solo ‘Festival dei Misteri’. Il Corpus Domini deve essere il volano di una identità popolare e di una tradizione che va promossa, ma occorrerebbe puntare anche sul recupero prima e, quindi, sul rilancio del centro storico, oltre che sui percorsi naturalistici ed enogastronomici. Non credo che i 90mila euro stanziati siano sufficienti per il rilancio e lo sviluppo turistico di Campobasso.
I fondi sono scarsissimi anche per altri settori strategici, come per le scelte urbanistiche e per la pianificazione di un territorio che reclama un Piano Regolatore Generale moderno. Stesso dicasi per i lavori pubblici: non c’è un investimento progettuale, ma si opera con interventi tampone e non con scelte strategiche protese allo sviluppo del territorio. E scarsi pure i fondi per la manutenzione delle strade. Evanescenti appaiono, inoltre, i progetti di finanza come l’apporto di capitale privato. Siamo preoccupati, inoltre, per un bilancio che non tiene conto di una prospettiva programmatica in materia di politiche sociali. Il Piano Sociale di Zona, che scadrà il 31 dicembre 2014, è frutto di proroghe e non di step di risultato. Questo spinge a una gestione ordinaria, che fa perdere di vista i tanti bisogni sociali che nascono in famiglia, riguardanti i supporti organizzativi ed educativi”.
Pilone e Cancellario concludono il loro intervento: “Siamo di fronte, in sostanza, a un bilancio che non prevede slanci programmatici, necessari per Campobasso, città capoluogo di regione. Quello approvato è uno strumento finanziario ingessato, chiuso, asfittico, quasi esanime”.