Pietracatella rinasce nel segno dell’arte e della cultura
Domenico Rotondi
La Comunità di Pietracatella, dopo aver celebrato il Premio Letterario nazionale dedicato all’indimenticabile Fabrizio De Andrè, ha vissuto, nelle scorse ore, un nuovo evento culturale di prim’ordine, intelligentemente diretto a riscoprire sia le pregevoli rarità artistiche custodite all’interno della Chiesa di San Giacomo Apostolo, sia le significative testimonianze della civiltà contadina fortorina. In tal senso, il Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), nella veste di fondazione nata per promuovere la salvaguardia del patrimonio identitario nazionale, ha organizzato una visita tematica nei luoghi caratteristici della cittadina, non dimenticando di presentare i cammini storici che hanno plasmato, nel corso dei secoli, la crescita del suggestivo borgo tardomedievale.
Da qui la marcia ambientale lungo le strade e le scalinate intessute attorno alla imponente “Morgia” che si affaccia sulla verdeggiante Valle del Fortore, quasi a voler onorare l’antica armonia tra l’uomo e la natura. Sta di fatto che gli oltre centoventi partecipanti hanno avuto modo di ammirare la bellezza stilistica del Palazzo Marchesale ed il fascino spirituale della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, nonché l’originalità dei tanti portali in pietra disseminati negli angoli più nascosti del piacevole itinerario.
Non sono mancate le puntuali e coinvolgenti narrazioni da parte degli studiosi presenti, tra cui Rosario De Vita e Claudio De Simone, dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. In particolare, ha destato vivo interesse la visita alla suindicata Chiesa trecentesca di San Giacomo Apostolo, autentica perla architettonica del Molise edificata sulle rovine di un preesistente tempio pagano. Perciò tali docenti hanno voluto, giustamente, tratteggiare la monumentalità dell’intera struttura religiosa, non dimenticando di evidenziare l’unicità della Cripta di Santa Maria di Antiochia, sorprendentemente ricavata nella roccia e ricca di straordinari affreschi richiamanti i tratti figurativi della scuola di Giotto.
Una giornata positiva ed intensa che si è conclusa con la sosta nell’antico frantoio seicentesco di Pietracatella, anche per onorare e comprendere appieno i fermenti spirituali che animavano i riti e le costumanze identitarie della civiltà contadina molisana.