Perugia-Assisi: in un marcia i sogni e le speranze di chi crede ancora nella Pace
LUDOVICA COLANGELO
Scolaresche accompagnate da coraggiose e grintose maestre, giovani madri non intimorite dalla fatica di dover spingere un passeggino per tanti chilometri, ragazzi ricchi di sogni e di speranza. Lo scorso 9 ottobre nella regione di San Francesco sono giunti davvero in tanti, compresa una delegazione molisana.
Persone provenienti da città e realtà diverse che, per poche ore, sono diventate piccoli frammenti di un unico grande capolavoro: il corteo della 55esima Marcia per la Pace Perugia-Assisi. Manifestazione che acquista una valenza e un senso ancora più importante in un periodo storico ferito da innumerevoli e disumani conflitti. Proprio per questo la Marcia diviene sempre di più segno tangibile di “un’altra umanità” possibile. Un’umanità composta da persone in grado di andare oltre gli interessi e il denaro e formata da individui convinti che il mondo, quando venne creato, non fu caratterizzato da particolari confini solcabili solo da pochi prescelti. Motivi questi in grado di spiegare il silenzio che ha accompagnato ogni passo della marcia e capaci di dar senso alla compostezza del corteo. In determinate circostanze, infatti, gli ideali riescono a far rumore da soli.
Sognatori, dunque, oppure punti di partenza per un futuro migliore?