Palazzo San Giorgio, Ambrosio: “Legare l’indennità di assessori e presidente dell’assise alla effettiva presenza”
“Con la stessa ratio, etica e senso di responsabilità seguiti dal Consiglio comunale di Campobasso nel legare la corresponsione del gettone spettante per la partecipazione alle commissioni consiliari alla presenza per almeno il 60% della durata delle sedute (sebbene ciò non fosse previsto da alcuna norma) anche gli assessori ed il presidente del Consiglio potrebbero determinarsi analogamente le loro indennità”. A dichiararlo è il consigliere comunale dell’UdC, Michele Ambrosio.
“È questa la sintesi della proposta – scrive Ambrosio – che inoltrerò al sindaco, al momento come interpellanza consiliare, certo che non avrà difficoltà a recepirla dando così un forte messaggio di trasparenza e di responsabilizzazione anche sotto il profilo formale, rispetto alla presenza e all’impegno che immagino giunta e presidente già osservino, che possa essere da esempio virtuoso agli altri enti locali. Sul tema, del resto, è già prassi che gli assessori attestino la presenza alle sedute di Consiglio comunale e ovviamente in giunta, anche se il segnale importante che andrebbe dato ai cittadini è quello di legare la corresponsione dell’indennità (€. 2.440 per gli assessori e €. 2.840 per il presidente del Consiglio) ad un tempo minimo, ma rilevabile, nella sede municipale per l’assolvimento dei compiti istituzionali.
La risoluzione – prosegue Ambrosio – verterà sulla firma in entrata ed in uscita di ciascun assessore e del presidente del Consiglio (anticipabile volontariamente in attesa del relativo provvedimento) i quali, per avere diritto alla indennità, dovrebbero essere presenti almeno il 60% del tempo a palazzo San Giorgio,uniformandosi così alla norma in vigore per i Consiglieri comunali e recependo i fondamenti Costituzionali ed i principi di trasparenza della Carta di Pisa. Una iniziativa, questa, di mediazione con la linea prefissata dal primo cittadino che, sin dall’inizio del mandato, aveva posto la condizione del tempo pieno che ciascun assessore avrebbe dovuto dedicare alla res pubblica, da anteporre ai seppur legittimi impegni personali, assicurando altresì una presenza sempre più incisiva da dedicare ai cittadini ed alla città”.